01/02/2019 – Venerdì della 3ª Settimana del Tempo Ordinario

Marco 5, 21-24a. 35-43E venne uno dei capi della sinagoga, di nome Giàiro, il quale, come lo vide, gli si gettò ai piedi e lo supplicò con insistenza: «La mia figlioletta sta morendo: vieni a imporle le mani, perché sia salvata e viva». Andò con lui. Stava ancora parlando, quando dalla casa del capo della sinagoga vennero a dire: «Tua figlia è morta. Perché disturbi ancora il Maestro?». Ma Gesù, udito quanto dicevano, disse al capo della sinagoga: «Non temere, soltanto abbi fede!». E non permise a nessuno di seguirlo, fuorché a Pietro, Giacomo e Giovanni, fratello di Giacomo. Giunsero alla casa del capo della sinagoga ed egli vide trambusto e gente che piangeva e urlava forte. (..) Prese la mano della bambina e le disse: «Talità kum», che significa: «Fanciulla, io ti dico: àlzati!». E subito la fanciulla si alzò e camminava; aveva infatti dodici anni. Essi furono presi da grande stupore. E raccomandò loro con insistenza che nessuno venisse a saperlo e disse di darle da mangiare.Nel brano di Vangelo di oggi troviamo un passo che abbiamo sicuramente letto tante volte, eppure ha sempre tanto da dirci… Prima di tutto, mi colpisce sempre la fede incrollabile di Giàiro, uno dei capi della sinagoga, che per salvare la figlia, ciò di cui più prezioso ha al mondo, si rivolge a Gesù. Giàiro ha fede in Cristo e sa che è sufficiente che Egli imponga le mani sulla figlia perché lei sia salvata.A seguito di questa richiesta e dell’insistenza di lui, Gesù decide di andare con Giàiro ma non vuole che nessuno li segua, se non i più stretti compagni di viaggio. Mi colpisce poi la calma di Gesù. Quando arrivano alla casa del capo della sinagoga, c’è trambusto, gente che piange e che urla e anche qualcuno che deride Gesù, ma Egli sa che la bambina si salverà e nulla lo può turbare. Ancora una volta, Gesù non vuole che nessuno lo segua nella stanza della bambina, se non i genitori.Ed infine, mi colpisce l’insistenza di Gesù nel chiedere ai genitori, gli unici che hanno assistito al miracolo del risveglio della bambina, di non rivelare a nessuno quanto hanno visto. Gesù sembra non voler rivelare al mondo la propria grandezza. E’ quasi come se non fosse riuscito a trattenersi dal compiere il miracolo, mosso a pietà dal padre della bambina che lo supplicava, ma che in realtà Egli volesse ancora tenere nascosta alla gente la propria grandezza.Gesù non vuole far miracoli e basta…questi segni vanno collegati alla Croce, dove si comprenderà la vera identità di Gesù, il Figlio di Dio che ama, non un taumaturgo o un personaggio straordinario e miracoloso…E noi invece, siamo in grado di mettere le nostre capacità, i nostri talenti, al servizio degli altri? I nostri talenti li teniamo nascosti o li mettiamo (forse anche troppo!) in mostra?

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