“Tutta la città allora uscì incontro a Gesù: quando lo videro, lo pregarono di allontanarsi dal loro territorio.” (Matteo 8,28-34).
La liturgia della Parola viene introdotta in modo deciso con queste parole del profeta Amos: “Cercate il bene e non il male, se volete vivere, e solo così il Signore, D-o degli eserciti, sarà con voi, come voi dite.” (Amos 5,14-15.21-24).
Questo passo della Scrittura Antica mette bene in luce l’impegno di ogni credente. Cercare il bene è lo scopo fondamentale da coltivare nelle relazioni umane, nel rapporto con la Natura, come scelte che anticipano l’incontro unico e fondamentale con il Signore.
Nell’Evangelo ci troviamo di fronte ad un racconto che dà un segno drammatico della presenza del male nella vita delle persone. Sembra che cercare il bene, trovi uno “stop” incomprensibile. Eppure anche questo riscontriamo, purtroppo nella vita di tutti i giorni. Quante situazioni di violenza gratuita e perversa testimoniano la presenza del male.
Che cosa fa Gesù di fronte ai due indemoniati. Praticamente nessun gesto ma solo una parola: “Andate!”. I dèmoni riconoscono la forza risanatrice di Gesù. Lo identificano come “il Figlio di D-o”. Con un atto di esorcismo, diremo noi, Gesù libera i due indemoniati dal potere del male.
Stupisce il fatto che di fronte ad un evento liberante la gente ha paura e allontana Gesù.
A volte fare il bene sconvolge e anziché essere riconosciuto, la gente lo rimuove dal proprio pensiero. Questo è il rischio che Gesù ha purtroppo sperimentato nella sua terra. Per questo nel Padre Nostro diciamo: liberaci dal male.