03/06/2020 – S.S. Carlo Lwanga e compagni

Lc 8, 42b-48
Le folle si accalcavano attorno al Signore Gesù. E una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni, la quale, pur avendo speso tutti i suoi beni per i medici, non aveva potuto essere guarita da nessuno, gli si avvicinò da dietro, gli toccò il lembo del mantello e immediatamente l’emorragia si arrestò. Gesù disse: «Chi mi ha toccato?». Tutti negavano. Pietro allora disse: «Maestro, la folla ti stringe da ogni parte e ti schiaccia». Ma Gesù disse: «Qualcuno mi ha toccato. Ho sentito che una forza è uscita da me». Allora la donna, vedendo che non poteva rimanere nascosta, tremante, venne e si gettò ai suoi piedi e dichiarò davanti a tutto il popolo per quale motivo l’aveva toccato e come era stata guarita all’istante. Egli le disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace!».

Che episodio meraviglioso quello che ci viene proposto da questo brano.

La protagonista è una donna che da tanto tempo sta perdendo vita, (il sangue nella tradizione ebraica è simbolo di vita) e che non trova nessun conforto. Per la sua condizione era considerata impura e quindi lasciata da parte dalla comunità in cui viveva.
Si tratta di una donna che vede in Gesù un’ultima SPERANZA, un’ultima occasione per tornare alla vita. Decide di allungare la sua mano ed avviene quello in cui ha sempre sperato. Ma succede qualcosa di inaspettato: Gesù se ne accorge, non rimane indifferente: qualcuno lo ha toccato, ha voluto entrare in RELAZIONE e COMUNIONE con lui.

La donna simboleggia noi alla ricerca di Gesù, consapevoli che Lui ci può salvare. La sua paura è la stessa paura che abbiamo noi quando vogliamo nascondere le nostre sofferenze e le nostre debolezze, perché abbiamo paura del giudizio degli altri.
Ma proprio nel momento che sembra più drammatico, in cui la donna è costretta ad uscire allo scoperto, la paura si dissolve, perché Gesù interviene e mostra la strada da percorrere: Gesù la rassicura, ne esalta la fede e la invia con una nuova consapevolezza a riappropriarsi della vita che fino a quel momento le stava sfuggendo tra le mani.

Così anche noi siamo chiamati a testimoniare la nostra FIDUCIA in Gesù e a diffondere il profumo che ci avvolge grazie al rapporto con Lui, come Paolo ci ricorda nella Seconda lettera ai Corinzi: “Noi siamo infatti dinanzi a Dio il profumo di
Cristo fra quelli che si salvano e fra quelli che si perdono” (2Cor 2,15).

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