04/08/2020 – S. Giovanni Maria Vianney

Luca 11,5-8

Poi aggiunse: «Se uno di voi ha un amico e va da lui a mezzanotte a dirgli: Amico, prestami tre pani, perché è giunto da me un amico da un viaggio e non ho nulla da mettergli davanti; e se quegli dall’interno gli risponde: Non m’importunare, la porta è già chiusa e i miei bambini sono a letto con me, non posso alzarmi per darteli; vi dico che, se anche non si alzerà a darglieli per amicizia, si alzerà a dargliene quanti gliene occorrono almeno per la sua insistenza.

In questo brano credo ci sia un suggerimento utile per la nostra preghiera: è messo in evidenza il tema della fedeltà. Nella preghiera e nel rapporto con il Signore contano molto i passi che noi facciamo nei suoi confronti, senza naturalmente perdere di vista il primato della Sua grazia.

Il Signore, anche conoscendo ciò che dimora nel cuore dell’uomo, attende che lo esprimiamo con costanza nella nostra preghiera quotidiana, perché solo così l’uomo vive l’affidamento totale e dimostra di non volersi “fare da se stesso”.

A che punto è la mia preghiera quotidiana? Riesco a rimanere fedele ai pur piccoli impegni che ho preso nella mia regola di preghiera? Cerco il Signore nella prova o mi intestardisco nel salvarmi da me stesso?

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