04/04/2017

“Disse allora Gesù: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato. Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite».” (Giovanni 8,21-30).
É un brano evangelico, quello che leggiamo stamattina, nel quale ritroviamo i fondamenti della stretta relazione tra Padre e Figlio, tra D-o e ciascuno di noi.
Gesù continua il dialogo con i farisei e sottolinea i tratti della sua missione. Gesù é mandato dal Padre che ha insegnato al Figlio la via attraverso la quale incontrare l’umanità.
C’é una sorta di preludio alla direzione finale della presenza del Figlio tra di noi. Innanzitutto Gesù si sente totalmente unito al Padre, soprattutto quando ribadisce per due volte ‘Io Sono’ che altro non é se non il nome di D-o.
Questa intimità con il Padre gli dà la forza per affrontare ciò che lo innalza alla vita nel Padre e superare la morte. Sarà l’innalzamento sulla Croce, nel paradosso cristiano, dove si comprende che solo la logica del dono genera vita, vita eterna. D-o stesso viene innalzato morendo per noi, ma D-o non lascia solo il suo Figlio, così come non lascia soli ciascuno di noi.
Quante croci si intersecano nella nostra vita. Ebbene il Signore é con noi, é in noi. Cerchiamo in questi giorni di meditare e testimoniare l’amore del Padre nelle piccole cose quotidiane, riconoscendo la presenza e l’azione del Padre verso di noi.

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