06/02/2018 – 5ª Settimana del Tempo Ordinario

“Quei farisei e scribi lo interrogarono: «Perché i tuoi discepoli non si comportano secondo la tradizione degli antichi, ma prendono cibo con mani impure?». Ed egli rispose loro: «Bene ha profetato Isaìa di voi, ipocriti, come sta scritto: “Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me. Invano mi rendono culto, insegnando dottrine che sono precetti di uomini”. Trascurando il comandamento di D-o, voi osservate la tradizione degli uomini».” (Marco 7,1-13).
La fama di Gesù si é espansa non solo nella Galilea e nei territori circostanti ma anche a Gerusalemme. Le autorità, scribi e farisei, vengono con obiettivi ispettivi. La questione di fondo é sempre la stessa perché i discepoli di Gesù non rispettano la tradizione degli antichi e prendono cibo senza fare le necessarie abluzioni?
Pensano che il maestro non sia attrezzato a rispondere. In verità Gesù non solo é preparato ma mette in difficoltà gli stessi scribi e farisei.
Non vanno confuse le regole della tradizione con il culto al Signore. Gesù cita Isaia a tal proposito.
In buona sostanza la Parola di oggi ci fa capire che é dal cuore umano si genera il vero culto a D-o. Il rischio é che dalle pratiche, dai riti ci sia solo una auto-soddisfazione ad assecondare se stessi e non il Signore.
É il rischio di sempre: sentirsi legati ai propri riti rinchiudendo il Buon D-o nei nostri schemi. Gesù mette in luce una prospettiva diversa: D-o va rispettato a prescindere dalle nostre tradizioni e dai nostri riti.
Dobbiamo chiederci oggi: vogliamo conoscere il Signore o credere a D-o secondo le nostre misure?

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