“Se uno viene a me e non mi ama più di quanto ami suo padre, la madre, la moglie, i figli, i fratelli, le sorelle e perfino la propria vita, non può essere mio discepolo. Colui che non porta la propria croce e non viene dietro a me, non può essere mio discepolo.” (Luca 14,25-33).
Ai presupposti per vivere una fede capace di convertire la nostra vita ogni giorno e di accogliere la presenza del Signore, segue la scelta di diventare discepoli.
Nell’Evangelo di oggi scopriamo che Gesù indica le condizioni per essere suoi discepoli.
É innanzitutto necessario lasciare i legami affettivi e i legami rispetto al possesso delle cose. Essere discepoli presuppone addirittura di non amare la propria vita e di portare la croce, cioè il peso del sacrificio di donare se stessi per il bene degli altri.
Gesù però pone una ulteriore condizione. Non è obbligatorio scegliere di diventare discepoli. Occorre misurare le proprie capacità e le proprie forze. Un progetto non si costruisce dal nulla e non ha senso lasciarlo incompiuto.
Essere discepoli presuppone di essere sempre in cammino. Nella lettera dì Paolo ai Romani (13,8-10) cogliamo l’essenza del seguire Gesù e dell’essere dietro a lui: “Fratelli, non siate debitori di nulla a nessuno, se non dell’amore vicendevole; perché chi ama l’altro ha adempiuto la Legge.”
Si è discepoli per gli altri!