06/12/2017 – San Nicola

«Gesù entrò nel tempio e scacciò tutti quelli che nel tempio vendevano e compravano; rovesciò i tavoli dei cambiamonete e le sedie dei venditori di colombe e disse loro: «Sta scritto: “La mia casa sarà chiamata casa di preghiera. Voi invece ne fate un covo di ladri”». (Matteo 21, 10-17)

In un luogo di preghiera il tratto distintivo sono l’amore e l’accoglienza e non rapporti di mercato e questo brano di Vangelo ci presenta il tempio come dovrebbe essere, cioè casa di preghiera,
accogliente e piena di vitalità. La tentazione di avere con Dio un rapporto di compravendita è sempre presente, è un cercare di comprarlo, di tenerlo buono almeno, di rendercelo favorevole, come se fosse contrario a noi, sfavorevole, prepotente. Il gesto di Gesù di rovesciare i tavoli è per scardinare questa nostra idea:
Dio non è uno da comprare, ci ha creati per amore, ci ha dato il mondo, ci dona la vita, ci dona alla fine sè stesso, ci insegna ad avere con Lui un rapporto di dono, di gratuità, di fiducia, di abbandono. Non dobbiamo essere bravi per guadagnarci il paradiso, o pregare per ottenere qualche vantaggio per i vivi e per i defunti. In noi deve crescere sempre più un rapporto di fiducia e di abbandono a Dio, certi che tutto ciò di cui abbiamo bisogno ce lo concede.

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