07/05/2017 – Rito Ambrosiano – 4ª Domenica di Pasqua

“Io sono il buon pastore. Il buon pastore dà la propria vita per le pecore. Il mercenario- che non è pastore e al quale le pecore non appartengono- vede venire il lupo, abbandona le pecore e fugge. … Io sono il buo pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore.” (Giovanni 10,11-18).
Quant’è rassicurante sapere che abbiamo un Dio che è Padre, che per noi è come un pastore che conosce e si preoccupa di ciascuna delle pecore del suo gregge … sarebbe ancora più bello se potessimo dire di avere una Chiesa al cui interno i pastori si prendono cura dei fedeli loro affidati e li guidano verso l’ovile, verso il porto sicuro, verso casa… In questo periodo pasquale nel Vangelo si inizia a vedere l’azione della Chiesa, che diventerà effettiva solo con l’effusione dello Spirito, ma sappiamo che già dalla croce Gesù ha donato sangue e acqua, ovvero ha fatto sgorgare la fonte per la vita secondo lo Spirito. Lì Gesù ha donato la sua vita, come il pastore che dà la vita per la salvezza delle sue pecore. È bello vedere questo legame di amore fra Gesù ed il Padre, fra noi e Gesù: lui ci conduce al Padre. Noi laici abbiamo bisogno di nutrire la nostra fede, abbiamo bisogno di pastori e guide che ci annuncino la Parola, di ministri che offrono la vita a servizio della Chiesa, di testimoni che ci mostrino la cura di Dio Padre verso ciascuno. Perché questo sia fattibile, cioè affinché i pastori si dedichino “alla preghiera e al servizio della Parola” (At 6,4), anche noi laici dobbiamo sentirci parte del popolo di Dio, imparare a osservare e individuare le necessità dei fratelli e
servirli senza escludere nessuno (“non c’è distinzione fra Giudeo e Greco” Romani 10,12), metterci a disposizione di Dio per l’annuncio, ciascuno come può, nella nostra vita quotidiana, con il nostro lavoro, nella nostra famiglia, nel nostro quartiere. Occorre imparare dalle prime comunità, come quella di Gerusalemme dove vengono scelti sette uomini, “pieni di fede e di Spirito Santo” (Atti 6,5), per un servizio particolare di carità. Non tiriamoci indietro, non deleghiamo, perché la Parola ha bisogno anche della nostra testimonianza per correre lungo le strade del mondo.

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