08/05/2017 – 4ª Settimana di Pasqua

“Io sono il buon pastore, conosco le mie pecore e le mie pecore conoscono me, così come il Padre conosce me e io conosco il Padre, e do la mia vita per le pecore. E ho altre pecore che non provengono da questo recinto: anche quelle io devo guidare.” (Giovanni 10,11-18).
É un’immagine d’altri tempi, ma che Gesù, il Figlio unigenito del Padre, sia il Buon Pastore, ci dà uno sguardo di speranza sulla nostra umanità. Questo perché il buon pastore che abbiamo nel nostro comune pensiero é quello del pastore che ha un agnello sulla spalla. Gesù si presenta, in questo tempo di Pasqua, come una persona che é al nostro fianco, che ci accompagna, che ci dà sicurezza.
Ma il brano evangelico di Giovanni che stamattina la Liturgia ci offre, in continuità con l’Evangelo della 4ª Domenica di Pasqua, sottolinea un aspetto sostanziale ed indispensabile per la nostra vita di fede: conoscere il Signore.
Questo verbo riempie la nostra dimensione di vita perché nel conoscere noi troviamo gli aspetti sostanziali della nostra crescita. In fondo tutta la vita umana é orientata a conoscere, il Buon D-o innanzitutto per chi ha fede, ma anche per conoscere l’altro da noi e l’ambiente che circonda, cioè l’intera Creazione.
É interessante notare che Gesù ci presenta non solo un D-o che é misericordia, ma anche un D-o che si prende cura della nostra vita e che non é un mercenario.
Da ultimo una annotazione: il Buon D-o non appartiene solo a noi, ma a tutta l’umanità. Ricordiamolo questo aspetto. D-o non é per i privilegiati ma per tutti. É nella chiesa bisogna stare molto attenti ad appropriarsene!

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