09/02/2019 – S. Giuseppina Bakhita

Matteo 22, 35-40
In quel tempo. Un dottore della Legge, interrogò il Signore Gesù per metterlo alla prova: «Maestro, nella Legge, qual è il grande comandamento?». Gli rispose: «Amerai il Signore tuo Dio con tutto il tuo cuore, con tutta la tua anima e con tutta la tua mente. Questo è il grande e primo comandamento. Il secondo poi è simile a quello: Amerai il tuo prossimo come te stesso. Da questi due comandamenti dipendono tutta la Legge e i Profeti».

Con l’atteggiamento di fondo dell’amore tutti gli impegni, anche i più piccoli e quotidiani, diventano importanti, perché esprimono l’amore permanente e totale che si ha nel cuore. È quel che deve avvenire anche nel matrimonio: l’amore reciproco è come una luce che si riflette su tutti i gesti, sia sull’atto eroico sia su quello modesto, come la preparazione di una colazione o di un vestito al mattino o una fatica sopportata per l’altra persona. 

Questo amore ha due volti: il primo è rivolto verso Dio, il secondo verso l’uomo. Amore divino e amore umano non si oppongono, ma si incrociano e si vivificano reciprocamente; ogni ingenua contrapposizione tra vita attiva e vita contemplativa deve cadere. L’uomo ritrova nell’amore la sua unità. L’amore per Dio e per il fratello e lo sposo o la sposa, conclude Gesù, è l’architrave, l’anima, la chiave di volta da cui «dipende (letteralmente “è sospesa”) tutta la Legge e i Profeti».
Questo e’ un commento di Monsignor Ravasi.

E’ molto bello legarlo alla Festa della famiglia non trascorsa da molto .. la sento molto questa Festa perchè ricorda a tutti noi come la Sacra Famiglia ha affrontato le difficoltà, le pene, la gioia in tutta sua umanità.

Preghiamo affinchè l’amore e la carità vivano in noi e nelle nostre famiglie.

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