09/06/2017

“Gesù diceva: «Come mai gli scribi dicono che il Cristo è figlio di Davide? Disse infatti Davide stesso, mosso dallo Spirito Santo: “Disse il Signore al mio Signore: Siedi alla mia destra, finché io ponga i tuoi nemici sotto i tuoi piedi”. (Marco 12,35-37).
Il passo evangelico che ci viene proposto dalla liturgia di oggi é inserito nell’ambito della predicazione di Gesù al Tempio. Abbiamo già colto che Gesù é davvero un profondo conoscitore della Parola ed un fine conoscitore anche di dispute teologiche.
La questione che viene posta é racchiusa nella affermazione che gli scribi sostengono e cioè che il Cristo sia Figlio di Davide.
Il sottofondo di questa affermazione riguarda la sottomissione del Cristo a Davide. Gesù smaschera questa posizione degli scribi perché ancora una volta modella la relazione con D-o secondo logiche prettamente umane. E per confutare le posizioni degli scribi ricorda le stesse affermazioni di Davide nel riconoscere la signoria di D-o.
Non ha senso ed é irrispettoso modellare D-o secondo i nostri pensieri. Il Buon D-o va rispettato nella sua alterità. Anzi Gesù invita a cogliere una dimensione altra della relazione con D-o, riconoscendolo come Padre, in una relazione filiale.
Nella prima lettura tratta dal libro di Tobia (11,5-17) scopriamo la dimensione benedicente di Tobi verso il Signore, spiega il diverso rapporto tra il Buon D-o e l’uomo.
Ed é proprio per questi motivi che la gente ascolta volentieri Gesù.
Volentieri mettiamo noi stessi alla sequela di Gesù e della Parola che Egli ci consegna e che perenne!

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