11/10/2017 – San Giovanni XXIII e S. Alessandro Sauli

“Quando vedrete Gerusalemme circondata da eserciti, allora sappiate che la sua devastazione è vicina” (Luca 21, 20-24)

Il brano di oggi è una parte del discorso sulla fine del mondo del Vangelo di Luca. Per lui, non sono le predizioni di Gesù, ma quanto era capitato dopo il 70, quando Gerusalemme fu accerchiata e il popolo si trovò davanti a due scelte: o resistere all’assedio, entrando tutti in città per difenderla, così che si salvassero, o scappare dalla città nel caso fosse stata presa, altrimenti sarebbero stati sterminati. Ecco quindi che le parole Gesù “fuggite, non tornate neanche indietro, state fuori della città che salverete la vita” sono un ricordo di quanto era già successo: di fatto i cristiani si son salvati perché erano usciti tutti prima dalla città.
Perché Luca ci parla di qualcosa che è già successo? Perché lui scrive a noi, cristiani di terza generazione, e ci ricorda che il male caratterizza sempre la storia, quella di ieri come quella di oggi, ma il nostro compito è di dare testimonianza della nostra fede e vivere come Gesù: lui ha vinto il male e anche noi siamo chiamati a fare lo stesso e a non piegarci davanti ad esso, dicendo “il male è inevitabile, non si può far niente, vince sempre il male”.

 

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