12/02/2020 – Mercoledì, Settimana della 5ª domenica dopo Epifania

Mc 8,1-9
In quei giorni, poiché vi era di nuovo molta folla e non avevano da mangiare, il Signore Gesù chiamò a sé i discepoli e disse loro: «Sento compassione per la folla; ormai da tre giorni stanno con me e non hanno da mangiare. Se li rimando digiuni alle loro case, verranno meno lungo il cammino; e alcuni di loro sono venuti da lontano». Gli risposero i suoi discepoli: «Come riuscire a sfamarli di pane qui, in un deserto?». Domandò loro: «Quanti pani avete?». Dissero: «Sette». Ordinò alla folla di sedersi per terra. Prese i sette pani, rese grazie, li spezzò e li dava ai suoi discepoli perché li distribuissero; ed essi li distribuirono alla folla. Avevano anche pochi pesciolini; recitò la benedizione su di essi e fece distribuire anche quelli. Mangiarono a sazietà e portarono via i pezzi avanzati: sette sporte. Erano circa quattromila. E li congedò.

Siamo al secondo racconto della moltiplicazione dei pani e dei pesci ma la domanda dei discepoli è sempre la stessa: “ Come riuscire a sfamare di pane qui in un deserto?”. Com’è possibile che i discepoli non avessero ancora compreso? Ma del resto siamo così anche noi, con le nostre resistenze all’agire del Signore! Quante volte si sono risolte situazioni che ci sembravano impossibili da superare e poco dopo, di fronte a una nuova difficoltà, ci ritroviamo di nuovo smarriti, dimenticandoci dell’intervento che il Signore ha fatto…

In questo brano, a differenza del precedente, colpisce che il miracolo avvenga anche per i pagani (“molti di loro sono venuti da lontano”), mentre fino a quel momento si sono dovuti accontentare delle briciole cadute dalla tavola dei figli, come ricorda il miracolo fatto per la donna siro-fenicia.

La nostra testimonianza, il nostro agire da cristiani si rivolge davvero a tutti? O ci relazioniamo solo con quelli della nostra parrocchia, dell’AC, del nostro quartiere? Sentiamo nostro l’invito del Papa ad essere chiesa in uscita? Badiamo bene, però, che è il Signore a compiere il miracolo, noi siamo le sue mani e le sue braccia per arrivare a tutti.

L’ultimo elemento che ci lascia stupefatti è il gran numero di persone: una folla immensa per quei tempi. Se ci pensiamo è come quando sentiamo il racconto di alcuni santi che riuscivano a dare da mangiare a un numero impressionante di persone e avevano le dispense vuote, o a guarire centinaia di uomini e donne e non avevano medicine. Ma anche oggi non mancano esempi di realtà o di persone che hanno accolto tantissime persone e non avevano soldi o mezzi per farlo.
Come hanno fatto?, ci domandiamo tutte le volte. La Provvidenza, è la risposta più immediata.
L’essere mani e braccia del Signore è quella più vera.

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