12/02/2017 – 6ª Domenica dopo l’Epifania

“Ecco un uomo che aveva una mano paralizzata. Per accusarlo, domandarono a Gesù: è lecito guarire in giorno di sabato? Ed Egli rispose loro: chi di voi, se possiede una pecora e questa, in giorno di sabato, cade in un fosso, non l’afferra e la tira fuori? Ora, un uomo vale ben più di una pecora! Perciò è lecito in giorno di sabato fare del bene.” (Matteo 12,9-21).
Anche in questa liturgia domenicale troviamo un episodio in cui si vuole mettere in discussione Gesù, anzi proprio sotto accusa, interrogandolo su un precetto della legge nel giorno di sabato. Due sono le cose cui penso: noi vogliamo che funzionino e dominino le regole e gli schemi, perfino Dio dovrebbe rispettare le nostre idee; spesso anche gli uomini di Chiesa, noi cristiani, mettiamo avanti prima la regola della persona e delle sue reali necessità: sono due errori. Ce lo ricorda Gesù nella sua risposta: “è lecito in giorno di sabato fare del bene” (Matteo 12,12). In nome di Dio ciascuno di noi è chiamato a fare il bene, non c’è limite che tenga. Gesù è Signore del sabato, il giorno dedicato a Dio in cui è possibile contravvenire al precetto per salvare una vita. La vita di una persona vale ben più di un precetto! Gesù non si ferma di fronte alle usanze del tempo per fare il bene a qualcuno. Guarisce quell’uomo e ridà dignità alla sua vita.
Anche le altre letture vogliono sottolineare il vero ruolo sacerdotale di Gesù (Ebrei 4,14), grande nella com-passione, nella condivisione di sofferenze e necessità che tutti noi uomini e donne proviamo nella nostra esistenza, tranne il peccato (Ebrei 4,15). Lui si fa intermediario presso Dio, non è indifferente, anzi incarna proprio la profezia di Isaia del “servo sofferente” che viene a portare “giustizia alle genti” (Matteo 12,18- Isaia 11,10). Mi ricorda quello che Papa Francesco suggerisce ai sacerdoti di oggi, di essere pastori che puzzano perché stanno in mezzo alle pecore del gregge loro affidato.
In questa settimana e in ogni nostra giornata, non ci resta che accogliere l’invito della lettera agli Ebrei di accostarci “con piena fiducia al trono della grazia per ricevere misericordia e trovare grazia, così da essere aiutati al momento opportuno” (Ebrei 4,16)
Nella giornata del malato, ricordiamoci delle nostre malattie fisiche e spirituali, impegniamoci perché non siano un limite all’incontro con Dio e preghiamo per tutte le nostre persone care ammalate, perché la loro condizione non sia motivo di emarginazione e solitudine. Dio è capace di risanare le nostre ferite!

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