13/02/2018 – 6ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, i discepoli avevano dimenticato di prendere dei pani e non avevano con sé sulla barca che un solo pane. Allora Gesù li ammoniva dicendo: «Fate attenzione, guardatevi dal lievito dei farisei e dal lievito di Erode!». Ma quelli discutevano fra loro perché non avevano pane.” (Marco 8,14-21).
É un Evangelo sospeso quello che oggi ascoltiamo. Sembra quasi che ci manchi il pezzo finale.
Dopo la moltiplicazione dei pani e dei pesci Gesù e i discepoli si spostano in un’altra riva. Succede però una dimenticanza. I discepoli si accorgono che non hanno preso il pane. Ne hanno uno solo. E discutono di questo fatto mentre Gesù li mette in guardia dal lievito dei farisei e di Erode.
Potere religioso e potere politico: sono le due facce che minano il nostro credere, amare e sperare nel Signore. Ma i discepoli pensano ad altro. Probabilmente discutono sulla responsabilità e sul fatto che manca di pane indispensabile per sfamarsi o sfamare. Forse pensano ad altro.
É in questo frangente che Gesù interviene in modo deciso. Lo vediamo dalle domande che pone e dalla riflessione a cui vuole indurli. Perché discutere del pane che manca quando per ben due volte il pane é stato moltiplicato e sono rimasti avanzati prima sette ceste e poi dodici. I numeri qui non solo casuali: vogliono dire pienezza nella dimensione verticale e pienezza nella dimensione orizzontale della vita.
I discepoli non rispondono. L’Evangelo é sospeso. Manca la parte finale. Manca la parte della responsabilità dei discepoli che sono intontiti. E forse manca anche la nostra parte. Dobbiamo fare un passo in avanti e un passo oltre. Non possiamo incartarci nelle cose che mancano. Guardiamo a quello che possiamo fare concretamente e che c’é.

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