“Può forse un cieco guidare un altro cieco? Non cadranno tutti e due in un fosso? Un discepolo non è più del maestro; ma ognuno, che sia ben preparato, sarà come il suo maestro.” (Luca 6,39-42).
L’insegnamento di Gesù che meditiamo in questi giorni è rivolto ai suoi discepoli. Potremmo immaginare che ha un grande valore “educativo”. Gesù é all’inizio del viaggio che condividerà con i dodici lungo le strade d’Israele.
In questo brano evangelico sembra quasi che Gesù voglia aiutare i suoi discepoli a fare esperienza di comunità, nella quale ciascuno é chiamato a avere attenzione al proprio comportamento, ad uno stile di rispetto verso se stessi e verso l’altro.
Quello che l’Evangelo suggerisce é avere cura prima di tutto di se stessi, a non montarsi la testa, ad essere consci dei propri limiti, a vivere in umiltà, sapendo di dover crescere in umanità e quindi nella fede nel Signore.
Nel contempo Gesù invita a cogliere nell’altro da noi non i difetti, le pagliuzze, ma le cose positive, il bene che c’è, ricordando sempre che l’umiltà é la categoria per capire l’altro da noi.
Questi sono i presupposti per vivere da discepoli di Gesù e per noi, oggi, per incamminarci in una conversione che sappia leggere il bene e quindi la presenza del Signore in ogni nostra azione quotidiana.