“Invece, quando tu digiuni, profùmati la testa e làvati il volto, perché la gente non veda che tu digiuni, ma solo il Padre tuo, che è nel segreto; e il Padre tuo, che vede nel segreto, ti ricompenserà.” (Matteo 6,1-6.16-18).
Iniziamo il cammino della Quaresima riprendendo le tre linee d’impegno che Gesù indica ai suoi discepoli nell’Evangelo di Matteo: l’elemosina, la preghiera, il digiuno.
Noi oggi traduciamo questi tre impegni in un periodo forte del cammino cristiano. In verità dobbiamo cogliere il significato in una dimensione più larga.
Gesù precisa bene perché bisogna praticare l’elemosina, la preghiera e il digiuno: per praticare la giustizia in modo retto e non per essere ammirati.
Capiamo bene che la nostra vita deve essere orientata ogni giorno alla giustizia che é la traduzione pratica umana per vivere l’amore, la misericordia e il bene che D-o stesso ci ha donato.
Il senso di questa giustizia ci é proposto meditando il libro di Gioele (2,12-18): il fine ultimo per ogni credente é ritornare a D-o. Questo perché dobbiamo riconoscere la nostra fragilità umana.
Signore, nella nostra povertà, noi vogliamo ritornare a Te!