14/02/2019 – S.S. Cirillo e Metodio – Patroni d’Europa

“Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”.” (Luca 10,1-9).

Nella festa dei santi Cirillo e Metodio, l’Evangelo ci presenta la missione dei discepoli di Gesù. Si tratta di una schiera corposa di settantadue persone chiamate ad annunciare la buona notizia che il regno dei cieli é vicino.

Questa brano evangelico ci offre l’occasione per riflettere sul significato della missione. Perché essere missionari? Perché Gesù ha mandato i suoi discepoli ad annunciare che il regno dei cieli é vicino? E quale deve essere lo stile di chi annuncia la novità dell’Evangelo?

La missione di Gesù ha uno scopo ben preciso: quello di dare speranza e fiducia alla gente. Sappiamo proprio dagli Evangeli che la gente, al tempo di Gesù, era sfiduciata, povera. Intorno a Gesù sono venuti da tutto il territorio e anche da oltre confine, migliaia di persone malate, bisognose di una parola di conforto e di essere guarite.

Gesù, attraverso i discepoli, non ha voluto trascurare nessuno. Ha cercato di aprire la Parola a tutti. Ha aiutato gli stessi discepoli a rendersi conto che la fede del Signore, per quanto tocchi la sfera personale, non può essere tenuta nascosta.

E qual é lo stile di chi va in missione? É uno stile sobrio, semplice. É uno stile di ascolto e paziente. É uno stile determinato e libero. É uno stile di pace. E se anche qualcuno non fosse interessato a ricevere l’annuncio della Parola, si guarda oltre.

Cerchiamo di vivere la nostra fede da testimoni credibili e missionari. La Parola trova radici nel cuore di ogni donna e di ogni uomo.

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