14/08/2019 – S. Massimiliano Kolbe

“In verità io vi dico ancora: se due di voi sulla terra si metteranno d’accordo per chiedere qualunque cosa, il Padre mio che è nei cieli gliela concederà. Perché dove sono due o tre riuniti nel mio nome, lì sono io in mezzo a loro.” (Matteo 18,15-20).

La logica evangelica che Gesù ha annunciato ai suoi discepoli mette al centro ciò che è piccolo e nello stesso tempo non esclude nessuno. Anzi il Padre vuole che nessuno vada perduto.

In questo contesto l’Evangelo che la liturgia propone alla nostra meditazione ci invita a prestare attenzione sempre di più a come viviamo le nostre relazioni.

C’è un modo corretto di affrontare le conflittualità. Prima di tutto attraverso un dialogo tra persona e persona, poi coinvolgendo dei testimoni, infine presentando il tutto alla comunità. L’obiettivo é di recuperare sempre la relazione con il nostro prossimo. Se tutte queste azioni non riescono nel loro intento, allora scatta l’autoesclusione.

In un secondo passaggio Gesù è ancora più radicale. Tutte le azioni umane che portano a legare o a sciogliere qualcosa nella vita umana avranno altrettanta rispondenza nella dimensione del regno.

Addirittura quando due o tre persone chiederanno qualcosa al Padre saranno esaudite.

Gesù ci vuole dire che il vivere la fraternità e la comunità sono le vie privilegiate affinché la dimensione del regno trovi, già oggi e nel qui e ora della storia, un terreno fertile per rendere presente il Signore della vita.

La vita sappiamo che spesso è complicata. Le relazioni umane, anche quelle più strette, sono spesso fragili. Il Signore ci invita ad avere fiducia in lui. Questa è l’unica strada per superare le difficoltà e i conflitti che fanno parte della natura umana.

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