14/09/2019 – Esaltazione della S. Croce

Giovanni 3,13-17

In quel tempo. Il Signore Gesù disse a Nicodèmo: «Nessuno è mai salito al cielo, se non colui che è disceso dal cielo, il Figlio dell’uomo. E come Mosè innalzò il serpente nel deserto, così bisogna che sia innalzato il Figlio dell’uomo, perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna. Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito, perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna. Dio, infatti, non ha mandato il Figlio nel mondo per condannare il mondo, ma perché il mondo sia salvato per mezzo di lui».

“«Perché chiunque crede in lui abbia la vita eterna»” – credere nel Figlio dell’uomo significa aspirare alla pienezza umana che risplende in questo figlio dell’uomo. Per la prima volta appare in questo vangelo un tema molto caro all’evangelista, cioè quello della vita eterna. La vita eterna non è, come insegnavano i farisei, un premio futuro per la buona condotta
tenuta nel presente, ma una qualità di vita già nel presente. E si chiama “eterna” non tanto per la durata senza fine, ma per la qualità indistruttibile. E questa vita eterna non si avrà in futuro, ma si ha già.

Chiunque dà adesione a Gesù, quindi, aspira alla pienezza umana che risplende in Gesù.

“«Dio infatti ha tanto amato il mondo da dare il Figlio unigenito», il Dio di Gesù non è un Dio che chiede, ma un Dio che offre, che arriva addirittura a offrire se stesso. «Perché chiunque crede in lui non vada perduto, ma abbia la vita eterna»” (cit Padre Alberto Maggi).
Il commento è di Padre Alberto Maggi: mi offre di poter dire quanto Dio sia stato buono e generoso. Ci offre la vita, la speranza, la fede. Ci dona tutto. Sta a noi vivere e comunicare nella sua parola.

Oggi è festa della Santa Croce, che si è rivelata necessaria per manifestare la serietà delle sue intenzioni, la verità della sua predicazione. La croce, da allora, è diventata simbolo dell’assoluto dono di sé che Gesù ha realizzato, offrendosi alla
sofferenza “necessaria”. Cambiando radicalmente il suo significato, la croce è diventata così il modo drammatico e “appassionato” che Dio ha avuto di manifestare il suo amore per noi.

Prendere la croce significa allora assumere lo stesso atteggiamento di dono da parte del discepolo, che così imita Cristo nel suo amore.

Noi ti lodiamo, Cristo, e ti benediciamo
perché con la tua croce hai redento il mondo.

 
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