15/01/2017 – 2ª Settimana del Tempo Ordinario

“In quel tempo, i discepoli di Giovanni e i farisei stavano facendo un digiuno. Vennero da Gesù e gli dissero: «Perché i discepoli di Giovanni e i discepoli dei farisei digiunano, mentre i tuoi discepoli non digiunano?».” (Marco 2,18-22).
I discepoli di Gesù non applicano il digiuno come i discepoli di Giovanni e dei farisei. E il motivo é semplice: non é il momento perché lo sposo é con lo loro, ovvero il loro Maestro, che é il Signore, é insieme a loro.
Che cosa vuol dire digiunare? Che significato ha nella cultura ebraica? Il digiuno ha una funzione di pentimento, di lutto o di supplica. In verità Gesù vuol far capire che il suo insegnamento rappresenta uno stacco rispetto a quanto Giovanni e i farisei intendono fare. E il digiuno é una conseguenza: non ci sono condizioni per digiunare.
É nella conclusione dell’Evangelo che capiamo sino in fondo l’insegnamento di Gesù verso i suoi discepoli: é il Signore, che é al centro ed é la novità. Per questo non si mette il vino nuovo in otri vecchi perché altrimenti si perdono il vino e gli otri.
Possiamo dire che la novità della presenza di Gesù Maestro ci pone in una condizione nuova, perfino rispetto la tradizione che viene in secondo piano. Al centro c’è lo sposo che é con noi.
Il nostro impegno quotidiano é quello di mettere al centro della nostra vita il Signore.

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