Luca 21, 1-4
“Tutti costoro, infatti, hanno gettato come offerta parte del loro superfluo.”
Mi piace questo brano di Vangelo, e in particolar modo questo versetto, perché mi porta a riflettere su un tema sempre attuale, nella società come nella mia vita: il superfluo.
Credo che l’atteggiamento dei ricchi al Tempio sia esemplificativo di un modus vivendi in cui (per me) è sempre rischioso cadere, o forse ci sono già caduta.. è un pericolo sempre dietro l’angolo!
Intanto, se queste ricche persone avevano con loro del denaro superfluo significa che nella vita ne hanno probabilmente accumulato molto; “superfluo” rimanda infatti all’eccedenza, al traboccare di qualcosa che quasi non si sa più dove mettere.
Mi sembra quindi che in questo caso il gesto di gettare PARTE del superfluo (nemmeno tutto, non si sa mai!) vada più a vantaggio di chi lo fa. In effetti, non solo in questo modo i ricchi svuotavano le tasche da pesi forse per loro inutili, ma addirittura guadagnavano la stima altrui ostentando devozione.
C’è, invece, un altro modo di liberarsi dal superfluo che mi sembra più percorribile. Anzitutto individuarlo, individuare quegli oggetti, quelle false consolazioni, quei contesti della vita in cui tendo sempre ad accumulare ciò che in realtà non mi serve per vivere, ovvero: non serve la vita, quella autentica, quella genuina.
E poi, provare a lasciarlo andare, ad andare oltre abbandonando così anche l’ansia del possedere.
Mi sembra qui puntuale l’esaltazione di Gesú: beati i poveri, beati gli afflitti!
A volte è proprio una condizione di pace e beatitudine non avere “di più”.
Sappiamo poi che nel Vangelo Gesù nota e valorizza l’atteggiamento della vedova che dona spontaneamente tutto ciò che ha, l’essenziale che ha per vivere.
È forse il passo successivo?
Ricercare l’essenziale ed avere il coraggio di mettere a disposizione anche quello, proprio quello!, davanti alla volontà del Signore?