Gv 1, 6-8. 15-18
Lettura del Vangelo secondo Giovanni
In quel tempo. Venne un uomo mandato da Dio: il suo nome era Giovanni. Egli venne come testimone per dare testimonianza alla luce, perché tutti credessero per mezzo di lui. Non era lui la luce, ma doveva dare testimonianza alla luce. Giovanni proclama: «Era di lui che io dissi: Colui che viene dopo di me è avanti a me, perché era prima di me».
Dalla sua pienezza noi tutti abbiamo ricevuto: grazia su grazia. Perché la Legge fu data per mezzo di Mosè, la grazia e la verità vennero per mezzo di Gesù Cristo. Dio, nessuno lo ha mai visto: il Figlio unigenito, che è Dio ed è nel seno del Padre, è lui che lo ha rivelato.
Nel brano di Vangelo di oggi, ancora una volta, ci viene presentata in questo avvento la figura di Giovanni Battista. Due sono gli spunti su cui potremmo soffermarci: essere testimone di luce e la presenza di Dio nel mondo tramite essi. Essere testimoni di luce implica essere testimoni di Colui che è luce nel mondo. Il compito è a dir poco difficile visto che Dio è una luce talmente forte che non è possibile guardarla direttamente, se non nel riverbero di chi ne è stato illuminato. Già nella tradizione ebraica si parla dell’impossibilità di vedere Dio, tanto da non poterlo addirittura nominare. Il nome di Dio rimane misterioso per l’uomo e anche quando si rivela a Mosè, si presenta nominando i testimoni di luce del passato: Abramo, Isacco, Giacobbe. Proprio per questo nessuno (religioni, politiche…) potrà mai servirsi del nome di Dio, ma solo servirlo. Per riconoscere Dio bisogna guardare al Figlio che è nel Padre, tramite le sue parole e il suo vissuto di cui abbiamo ancora oggi testimonianza viva.
Cosa faccio per conoscere di più Gesù? Cosa leggo? Da chi mi faccio consigliare?
Riesco a rintracciare i testimoni di luce nella mia vita?
In preparazione al Natale riesco ad essere testimone di questa luce? Prova a pensare dove e a chi puoi portarla. Annotalo su un foglio e, per non dimenticartene, mettilo in tasca durante questa settimana.
Preghiera
Davanti a te Signore
le voci che si agitano in me:
guarisci ciò che offusca nel cuore il tuo volto di Padre,
fammi luce su ciò che mi allontana da Te,
perché in te io possa con fiducia rifugio e ristoro.
Domani di rinnovare nella gioia l’appartenenza a Te,
che nel battesimo mi hai chiamato “figlio amato”.
Amen.