16/01/2020 – Giovedì della Settimana della 1ª Domenica dopo Epifania

Marco 1, 35-39
In quel tempo. Al mattino presto il Signore Gesù si alzò quando ancora era buio e, uscito, si ritirò in un luogo deserto, e là pregava. Ma Simone e quelli che erano con lui si misero sulle sue tracce. Lo trovarono e gli dissero: «Tutti ti cercano!». Egli disse loro: «Andiamocene altrove, nei villaggi vicini, perché io predichi anche là; per questo infatti sono venuto!». E andò per tutta la Galilea, predicando nelle loro sinagoghe e scacciando i demòni. […]

Abbiamo appena contemplato Gesù di fronte al successo: tutti ti cercavano, tutti gli abitanti della città erano davanti alla porta (1, 27.33).

Gesù invece se ne va e prega. Gesù appare come uno che agisce di nascosto, che all’insaputa di tutti se ne va dalla città e cerca la solitudine per pregare. Da alcuni passi del Vangelo di Luca sappiamo che questa era un’abitudine di Gesù (6,12; 9,18.29) e dal contesto di quei passi, come dal racconto del Getsemani (14, 32-42), sappiamo che Gesù si trova in un momento cruciale della sua vita apostolica, e ha bisogno, come qui, di pregare.

La preghiera segna un distacco dall’attività, un momento di riflessione e di revisione, un dialogo con il Padre che lo ha mandato, una ricerca della sua volontà. Gesù uomo aveva bisogno di questi momenti, e a noi insegna che l’apostolato senza la preghiera è impossibile.

Non ci resta che augurarci l’un l’altro “buona preghiera”.

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