Matteo 26, 1-5
In quel tempo. Terminati tutti questi discorsi, il Signore Gesù disse ai suoi discepoli: «Voi sapete che fra due giorni è la Pasqua e il Figlio dell’uomo sarà consegnato per essere crocifisso».
Allora i capi dei sacerdoti e gli anziani del popolo si riunirono nel palazzo del sommo sacerdote, che si chiamava Caifa, e tennero consiglio per catturare Gesù con un inganno e farlo morire. Dicevano però: «Non durante la festa, perché non avvenga una rivolta fra il popolo».
Gesù conosce già cosa lo attende e lo rivela ai suoi discepoli.
Lo fa al termine della sua predicazione ai discepoli, fiducioso che possano comprendere il compimento delle Scritture.
È interessante la considerazione che fanno i sommi sacerdoti. Non si vuole crocifiggere Gesù durante la festa di Pasqua. Caifa e gli altri sanno perfettamente che la loro scelta non sarà condivisa dal popolo.
Riconoscono il seguito che negli anni di predicazione è riuscito a creare. Hanno paura di tumulti che possano in qualche modo turbare la festa. L’apparenza prima della sostanza. Non sanno i sommi sacerdoti che è già stato tutto scritto, che in realtà la loro decisione di porre fine al seguito di Gesù, crocifiggendolo, per preservare il popolo d’Israele sarà proprio l’inizio del Cristianesimo.
– Quante volte diamo più importanza alla forma, piuttosto che alla sostanza?
– Quante volte siamo più attenti a quello che pensano gli altri di noi, piuttosto che a quello che
facciamo?
Preghiera
Gloria a te,
che nella tua benevolenza
hai sopportato le nostre empietà,
che nella tua compassione
hai giustificato il nostro essere peccatori
e nella tua dolcezza
hai rimosso le nostre mancanze,
che ci hai concesso di credere in te,
come si addice alla tua grandezza.
E non hai guardato alla nostra cattiveria,
che è sempre davanti a te,
perché sei un Dio misericordioso.
Con la rugiada della tua grazia,
tu vinci sempre
il fuoco dei nostri peccati.
(Isacco di Ninive)