16/03/2017

«E quello replicò: “Allora, padre, ti prego di mandare Lazzaro a casa di mio padre, perché ho cinque fratelli. Li ammonisca severamente, perché non vengano anch’essi in questo luogo di tormento”. Ma Abramo rispose: “Hanno Mosè e i Profeti; ascoltino loro”.» (Luca 16,19-31).
La storia del ricco, senza none, e del povero Lazzaro rientra nell’ambito dell’insegnamento di Gesù che riguarda il riconoscere il Signore attraverso una unicità di comportamenti.
L’amore verso D-o, il credere nel Signore, richiedono la capacità di dare priorità ad una vita dedicata, orientata verso il Signore.
Gesù rileva una ambivalenza di comportamenti che mette a repentaglio la nostra vita di fede.
Gesù ci ricorda che non si può servire a due padroni. E la ricchezza ostentata non consente di aprire le strade verso l’incontro con il Signore.
Ma c’é un passaggio in più. Non ci si può rammaricare e nemmeno raccomandare la conversione ex post. Gesù é implacabile su questo rivolgendosi al ricco nei suoi patimenti. Se non c’é nemmeno disponibilità a seguire Mosè e i Profeti si può immaginare di scoprire il D-o della misericordia e la sua nuova presenza?
In questo tempo di Quaresima dobbiamo domandarci se abbiamo altri idoli e se veramente abbiamo capito che il D-o che ci ha fatto scoprire Gesù é riconosciuto da noi come il D-o della misericordia che chiede di orientare tutta la nostra vita a lui.

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