18/04/2019 – Giovedì della Settimana Autentica – Nella cena del Signore

Matteo 26, 17-75

(…)Dopo aver cantato l’inno, uscirono verso il monte degli Ulivi. Allora Gesù disse loro: «Questa notte per tutti voi sarò motivo di scandalo. Sta scritto infatti: / “Percuoterò il pastore / e saranno disperse le pecore del gregge”. Ma, dopo che sarò risorto, vi precederò in Galilea». Pietro gli disse: «Se tutti si scandalizzeranno di te, io non mi scandalizzerò mai». Gli disse Gesù: «In verità io ti dico: questa notte, prima che il gallo canti, tu mi rinnegherai tre volte». Pietro gli rispose: «Anche se dovessi morire con te, io non ti rinnegherò». Lo stesso dissero tutti i discepoli.
Allora Gesù andò con loro in un podere, chiamato Getsèmani, e disse ai discepoli: «Sedetevi qui, mentre io vado là a pregare». E, presi con sé Pietro e i due figli di Zebedeo, cominciò a provare tristezza e angoscia. E disse loro: «La mia anima è triste fino alla morte; restate qui e vegliate con me». Andò un poco più avanti, cadde faccia a terra e pregava, dicendo: «Padre mio, se è possibile, passi via da me questo calice! Però non come voglio io, ma come vuoi tu!». Poi venne dai discepoli e li trovò addormentati. (..)

Inizia oggi il Triduo Pasquale.
È difficile commentare con parole nuove un brano di Vangelo così noto.
Vengono qui narrate le ultime ore che precedono la condanna a morte da parte dei sommi sacerdoti del sinedrio.
Gesù, di fronte ai suoi discepoli, spezza il pane per l’ultima volta nella sua vita terrena, rivelando ancora una volta l’imminente compimento delle sacre Scritture.

In questo brano sono due i momenti che mi hanno sempre colpito particolarmente.
Il primo avviene nel Getsèmani, quando Gesù rivela la sua fragilità umana. La sua anima è triste fino alla morte. Si rivolge direttamente al Padre, pregando di allontanare da lui questa tremenda e dolorosa fine. È la richiesta di un uomo che conosce il destino a cui sta andando incontro. Pur sapendo che lo aspetta la vita eterna alla destra di Dio Padre.

È una paura che dura un istante, che lascia subito spazio alla presa di coscienza del suo ruolo per la Salvezza eterna. Chiede ai suoi discepoli di pregare con Lui e per Lui, ma essi non sono in grado di vegliare nemmeno un ora. Gesù è solo di fronte al suo destino.

Il secondo momento è indubbiamente quello del triplice rinnegamento di Pietro.
Gesù avverte durante l’ultima cena tutti i discepoli: “voi tutti vi scandalizzerete per causa mia”.
Pietro si sente quasi offeso da questo ammonimento di Gesù e gli promette che lui non si scandalizzerà mai. Gesù lo mette in guardia su quello che accadrà quella notte, eppure io mi immagino Pietro fortemente convinto della sua promessa.
Ma sappiamo bene come è andata a finire quella notte. Per tre volte gli domandano se anche lui fosse uno dei discepoli, e lui, per tre volte, nega fermamente il suo legame con il Cristo.

La paura prende il sopravvento e Pietro rinnega, non una, ma ben tre volte.
Gesù però accetta Pietro per quello che è, tanto da affidargli la Sua Chiesa.

Mettendo i due momenti a confronto spicca una differenza molto significativa.
Gesù, nella paura, si affida alla preghiera, al dialogo con Dio.
Pietro, nella paura, rinnega la sua fede, si allontana.

Domande:
– Quante è volte è capitato anche a noi, nella nostra vita, di rinnegare la nostra fede davanti agli
altri?
– nella paura e nelle difficoltà cerchiamo conforto nella preghiera oppure allontaniamo Dio?

PREGHIERA

Ti ringraziamo, Padre santo,
per il tuo nome,
che hai fatto abitare nei nostri cuori, e per la sapienza, la fede,
l’immortalità
che ci hai fatto svelare
da Gesù Cristo, tuo servo.
A te sia gloria nei secoli. Amen.
Tu, Signore onnipotente, hai creato tutte le cose a gloria del tuo nome e hai dato ai figli degli
uomini cibo e bevanda, perché ti lodino; a noi, poi, hai fatto il dono di un cibo e di una bevanda
spirituale e della vita eterna per opera di Gesù, tuo servo.
A te sia gloria nei secoli. Amen.
Ricordati, Signore,
della tua Chiesa,
liberala da ogni male,
rendila perfetta nel tuo amore, riuniscila dai quattro venti, santificata nel tuo Regno, che per lei
hai preparato.
Tuo è il potere e la gloria nei secoli. Amen.
Maranathà. Amen.
(Didaché)

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