18/12/2019 – Feria prenatalizia dell’Accolto

Lc 1, 19-25
In quel tempo. L’angelo disse a Zaccaria: «Io sono Gabriele, che sto dinanzi a Dio e sono stato mandato a parlarti e a portarti questo lieto annuncio. Ed ecco, tu sarai muto e non potrai parlare fino al giorno in cui queste cose avverranno, perché non hai creduto alle mie parole, che si compiranno a loro tempo». Intanto il popolo stava in attesa di Zaccaria
e si meravigliava per il suo indugiare nel tempio. Quando poi uscì e non poteva parlare loro, capirono che nel tempio aveva avuto una visione. Faceva loro dei cenni e restava muto. Compiuti i giorni del suo servizio, tornò a casa. Dopo quei giorni, Elisabetta, sua moglie, concepì e si tenne nascosta per cinque mesi e diceva: «Ecco che cosa ha fatto
per me il Signore, nei giorni in cui si è degnato di togliere la mia vergogna fra gli uomini».

In questi giorni di frenesia in cui la priorità sembra quella di riuscire a correre il più veloce possibile da un negozio a un’attrazione natalizia, questo brano riporta l’attenzione sull’importanza del silenzio come strumento necessario ad accogliere Dio.
Un silenzio “formativo” come quello di Zaccaria e uno contemplativo come quello di Elisabetta.

Ci siamo chiesti perché Dio rende muto Zaccaria nonostante esaudisca le sue preghiere.
Mentre all’apparenza ci sembrava crudele impedire a un padre di annunciare una gioia tanto grande, soffermandoci più attentamente abbiamo colto che Dio non dà una punizione, ma offre un’occasione di crescita e riflessione per un uomo che ama profondamente. Nonostante la titubanza di Zaccaria, Dio non abbandona quest’ultimo, ma gli dà la possibilità di riflettere su ciò che è accaduto per renderlo testimone di un amore ancora più grande una volta che gli sarà ridata la parola alla nascita di suo figlio.

Elisabetta al contrario, fin da subito accoglie l’annuncio in un clima di silenzio necessario per riconoscere il dono che Dio le ha fatto come si evince dalle sue parole: “Ecco che cosa ha fatto per me il Signore”.
L’Avvento non è altro che un periodo nel quale educarci al silenzio per poter contemplare la venuta di Gesù nel mondo.

 

In questi giorni cosa mi impedisce di fare silenzio nella mia vita?
A volte non ci accorgiamo di come Dio risponda alle nostre preghiere; prova allora a ripercorrere la tua vita un passo alla volta e a riconoscerne i segni della grazia di Dio.

Salmo 64

Per te il silenzio è lode, o Dio, in Sion,
a te si sciolgono i voti.
A te, che ascolti la preghiera,
viene ogni mortale.

Pesano su di noi le nostre colpe,
ma tu perdoni i nostri delitti.
Beato chi hai scelto perché ti stia vicino:
abiterà nei tuoi atri.
Ci sazieremo dei beni della tua casa,
delle cose sacre del tuo tempio.

Con i prodigi della tua giustizia,
tu ci rispondi, o Dio, nostra salvezza,
fiducia degli estremi confini della terra
e dei mari più lontani.

Tu rendi saldi i monti con la tua forza,
cinto di potenza.
Tu plachi il fragore del mare
il fragore dei suoi flutti,
il tumulto dei popoli.

Gli abitanti degli estremi confini
sono presi da timore davanti ai tuoi segni:
tu fai gridare di gioia
le soglie dell’oriente e dell’occidente.
Tu visiti la terra e la disseti,
la ricolmi di ricchezze.
Il fiume di Dio è gonfio di acque;
tu prepari il frumento per gli uomini.

Così prepari la terra:
ne irrighi i solchi, ne spiani le zolle,
la bagni con le piogge e benedici i suoi germogli.

Coroni l’anno con i tuoi benefici,
i tuoi solchi stillano abbondanza.
Stillano i pascoli del deserto
e le colline si cingono di esultanza.
I prati si coprono di greggi,
le valli si ammantano di messi:
gridano e cantano di gioia!

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