19/01/2018 – S. Fabiano e San Bassiano

“Diceva loro: «Viene forse la lampada per essere messa sotto il moggio o sotto il letto? O non invece per essere messa sul candelabro? Non vi è infatti nulla di segreto che non debba essere manifestato e nulla di nascosto che non debba essere messo in luce. Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!». (Marco 4,21-23)

“Se uno ha orecchi per ascoltare, ascolti!”
Gesù avverte: “Chi ha orecchi, ascolti”, cioè: “State attenti, perché c’è da capire più di quanto si pensi”.
Attenti! Gesù ci sta svelando l’incapacità dell’uomo a capire i misteri del Regno di Dio e, quindi, avverte della necessità di un dono “che venga dall’alto”.
Ascoltare – comprendere è dato al discepolo che è in comunione con Gesù vivente oggi e parlante nella comunità. La comunità cristiana è associata al suo Signore e Maestro: non
risplende di luce propria, ma la riceve e la riflette. Come suo riverbero, anche i protagonisti di una missione voluta da lui sono luce. I cristiani sono dunque “figli della luce e devono brillare come stelle annunciando la parola di vita.
Questa attrazione è un dovere, una responsabilità.
Ma si faccia attenzione: non si tratta di risplendere a tal punto da accecare gli altri. Si tratta semplicemente di dimorare là dove Dio ci ha dato di stare, senza preoccuparci troppo: ovvero, di non impedire alla luce ricevuta dal Signore di rifrangersi e ricadere sugli altri.
Nessuna ostentazione, nessuna ansietà di convertire o di far vedere ciò di cui siamo capaci, ma la semplice e umile capacità di lasciare che la luce donataci dal Signore si
diffonda.
Siccome il Regno è qui, in mezzo alle opposizioni e agli insuccessi, del e nel quotidiano, chiediamo allo Spirito Santo di non fuggire dalla storia, ma di aiutare ogni discepolo a vedere in tutti i nostri giorni la presenza di Dio operante in ciascuna creatura.
Così sia!

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