19/05/2019 – 5ª Domenica di Pasqua

“Figlioli, ancora per poco sono con voi. Vi do un comandamento nuovo: che vi amiate gli uni gli altri. Come io ho amato voi, così amatevi anche voi gli uni gli altri. Da questo tutti sapranno che siete miei discepoli: se avete amore gli uni per gli altri.” (Giovanni 14,31-33a.34-35).

L’Evangelo di Giovanni che oggi ascoltiamo é una sorta di testamento e di lascito che Gesù consegna ai suoi discepoli a conclusione della cena Pasquale, nel cenacolo.

Quello dell’Evangelo di Giovanni é un messaggio chiaramente frutto di una elaborazione spirituale e teologica che viene indirizzato alle comunità, anche quelle di oggi, per dare profondità alla sequela, all’essere discepoli.

La consegna di Gesù ha due dimensioni. La prima é quella che nonostante il tradimento (non solo quello di Giuda ma anche quello della dispersione dei discepoli nel momento della croce) il D-o della vita guarda all’amore più grande, perché questo rende gloria all’Altissimo.

La seconda consegna é legata al binomio amare/servire. Nell’ultima cena il Signore si é inchinato a lavare i piedi. Questo gesto ribalta ogni prospettiva nel riconoscere la presenza di D-o. D-o é amore per serve l’umanità. Se é questo la scelta di fondo della comunità nascente, altrettanto importante sarà imitare l’amore di D-o come comandamento nuovo, amandoci appunto gli uni gli altri.

Questo é il riconoscimento che il mondo fa dei discepoli di Gesù, della sequela, dell’essere stati amici di Gesù. E quindi di noi.

Per noi oggi questa é l’eredità: amarsi gli uni gli altri, non come comando, ma come scelta umana voluta da D-o.

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