19/04/2017 – Mercoledì dell’Ottava di Pasqua

“Mentre conversavano e discutevano insieme, Gesù in persona si avvicinò e camminava con loro. Ma i loro occhi erano impediti a riconoscerlo. Ed egli disse loro: «Che cosa sono questi discorsi che state facendo tra voi lungo il cammino?». Si fermarono, col volto triste; uno di loro, di nome Clèopa, gli rispose: «Solo tu sei forestiero a Gerusalemme! Non sai ciò che vi è accaduto in questi giorni?».” (Luca 24,13-35).
Ogni volta che rileggiamo l’Evangelo dei discepoli di Emmaus si rimane sempre impressionati dalla presenza del Signore che da Risorto si fa compagno di strada, così come lo é stato nei tre anni della sua attività missionaria.
Questo brano evangelico ha un alto valore spirituale, simbolico e soprattutto pedagogico. L’Evangelista Luca é un maestro nell’ambientare questo racconto.
Le domande di Gesù sembrano fatte apposta. In realtà la questione di fondo é che i discepoli sono delusi, amareggiati, storditi. Sono delusi perché si aspettavano un Messia diverso, un liberatore. Sono amareggiati perché é stato condannato dalle autorità laiche e religiose ed é stato ucciso. Sono storditi perché le donne sono andate al sepolcro e non hanno trovato il suo corpo.
La pedagogia di Gesù é formidabile: innanzitutto da uno scossone ai due discepoli con quel “stolti e tardi cuore”. Poi spiega la Parola dei Profeti e chi é il Messia. Sembra averli accontentati ed invece i due discepoli sono impressionati da un’interpretazione diversa delle vicende accadute. Gesù rimane con loro dopo essere stato supplicato (i discepoli sembrano due bambini curiosi). Gesù benedice la cena e allo spezzare del pane viene riconosciuto. E subito i due discepoli, come le donne, diventano annunciatori della resurrezione.
Che cosa dire di questo Evangelo? Anche noi dobbiamo educarci quotidianamente a rimotivare la nostra fede nel Signore avendo cura di ripercorrere il cammino fatto e come e dove abbiamo riconosciuto il Signore nella nostra vita. Solo così il nostro cuore può ardere di gioia!

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