21/12/2017 – Feria Prenatalizia dell’Accolto

“In quel tempo. Per Elisabetta si compì il tempo del parto e diede alla luce un figlio. I vicini e i parenti udirono che il Signore aveva manifestato in lei la sua grande misericordia, e si rallegravano con lei. Otto giorni dopo vennero per circoncidere il bambino e volevano chiamarlo con il nome di suo padre, Zaccaria. Ma sua madre intervenne: «No, si chiamerà Giovanni». Le dissero: «Non c’è nessuno della tua parentela che si chiami con questo nome». Allora domandavano con cenni a suo padre come voleva che si chiamasse. Egli chiese una tavoletta e scrisse: «Giovanni è il suo nome». Tutti furono meravigliati. All’istante gli si aprì la bocca e gli si sciolse la lingua, e parlava benedicendo Dio. Tutti i loro vicini furono presi da timore, e per tutta la regione montuosa della Giudea si discorreva di tutte queste cose. Tutti coloro che le udivano, le custodivano in cuor loro, dicendo:
«Che sarà mai questo bambino?». E davvero la mano del Signore era con lui.” (Lc 1,57-66)

Il brano odierno è la sala d’attesa a quello straordinario «salmo profetico» che sentiremo proclamare domani (Lc 1,67-80) comunemente chiamato nella liturgia «Benedictus». Il racconto è imperniato sulla meravigliosa rivelazione del nome di Giovanni. L’interesse dunque è rivolto non tanto alla nascita del bambino quanto alla sua circoncisione, avvenimento, al quale molti prendono parte in un clima di gioia «… si rallegravano con lei». L’evento della nascita di Giovanni significa: il Signore ha manifestato verso di lei la grandezza della sua bontà. Si gioisce con la madre, e si gioisce nel Signore, l’unico che sa compiere meraviglie. Davvero nulla è impossibile a Dio (1,37).
Più avanti incontriamo Zaccaria che, ubbidendo alla parola dell’angelo, rivela il nome del bambino e scrive “Giovanni” che significa “Dio fa grazia”. In quell’istante riacquistando la parola, quale buon sacerdote torna a lodare Dio.

Gioia e lode. Due atteggiamenti che accompagnano il brano odierno. E noi? Quanto sappiamo gioire e lodare il Signore di fronte alle cose e agli eventi che accompagnano la nostra quotidianità, talvolta
anche con qualche lacrima di emozione?

«Benedirò il Signore in ogni tempo,
sulla mia bocca sempre la sua lode».

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