22/10/2020 – S. Giovanni Paolo II

Lc 10, 1b-12
In quel tempo. Il Signore Gesù designò altri settantadue e lì invio a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali
e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada. In qualunque casa entriate, prima dite: “Pace a questa casa!”. Se vi sarà un figlio della pace, la vostra pace scenderà su di lui, altrimenti ritornerà su di voi. Restate in quella casa, mangiando e bevendo di quello che hanno, perché chi lavora ha diritto alla sua ricompensa. Non passate da una casa all’altra. Quando entrerete in una città e vi accoglieranno, mangiate quello che vi sarà offerto, guarite i malati che vi si trovano, e dite loro: “E’ vicino a voi il regno di Dio”. Ma quando entrerete in una città e non vi accoglieranno, uscite sulle sue piazze e dite: “Anche la polvere della vostra città, che si è attaccata ai nostri piedi, noi la scuotiamo contro di voi; sappiate però che il regno di Dio è vicino”. Io vi dico che, in quel giorno, Sodoma sarà trattata meno duramente di quella città».


Siamo a pochi giorni dalla Domenica del «Mandato Missionario» e dalla «Giornata Missionaria» – almeno per noi ambrosiani-. Il brano odierno bene si inserisce nella tematica sopra citata: «missione», ossia: «annuncio».

Gesù non è un missionario isolato, non vuole compiere in solitudine la sua missione, per questo coinvolge i suoi discepoli. Oltre ai Dodici, chiama altri settantadue, e li manda nei villaggi, a due a due ad annunciare che il Regno di Dio è vicino. Gesù dunque, non vuole agire in solitudine, egli è venuto a portare nel mondo l’amore di Dio per ogni uomo e vuole diffonderlo con lo stile della comunione e della fraternità.

Per questo forma una comunità di discepoli, che è anche una comunità missionaria, subito li allena alla missione, ad andare, dopo l’invito-comando alla preghiera “Pregate dunque il signore della messe …”.

Lo scopo dell’andare è di annunciare il Regno di Dio, e questo è urgente! Anche oggi è urgente!
Non vi è tempo da perdere in chiacchiere, non bisogna aspettare il consenso di tutti, bisogna andare e annunciare.

Ma chi rappresentano i settantadue? Se i Dodici oggi li identifichiamo nei Vescovi, loro successori, i settantadue -in senso più largo- possiamo pensare agli altri ministeri nella Chiesa: in particolare ai fedeli laici che si impegnano nelle nostre comunità, a chi lavora con gli ammalati, con le diverse forme di disagio e di emarginazione, nella scuola, a chi quotidianamente opera per il bene comune; ma sempre e solo come missionari del Vangelo.

Tutti siamo chiamati ad essere missionari, tutti siamo invitati ad ascoltare e a mettere in pratica -non solo a sentire- quella chiamata di Gesù che ci invita a «pregare», «andare», «annunciare» e alla fine anche a «gioire» (Lc 10, 17) nel nome del Signore. Sì, perché come ci ricorda il libro degli Atti (20,
35): “Vi è più gioia nel dare che nel ricevere !”.

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