25/08/2019 – 21ª Domenica del Tempo Ordinario

“Un tale gli chiese: «Signore, sono pochi quelli che si salvano?». Disse loro: «Sforzatevi di entrare per la porta stretta, perché molti, io vi dico, cercheranno di entrare, ma non ci riusciranno.» (Luca 13,22-30).

A Gesù é stato impedito di insegnare all’interno delle sinagoghe e per questo la sua attività si svolge nei villaggi e nelle città. Ma il suo cammino ha un unico obiettivo: andare a Gerusalemme.

É in questo contesto che Gesù viene interrogato in varie occasioni e nell’Evangelo di questa 21ª domenica per annum, un tale, una persona senza nome, ma senz’altro appartenente alla comunità e fede della tradizione mosaica, interroga Gesù. “Sono pochi quelli che si salvano?”: è la domanda che sottende il fatto che solo chi appartiene al popolo ebraico (potremmo dire oggi ai nostri) è destinato a salvarsi.

Gesù, ancora una volta, risponde a questa provocazione spostando il piano della riflessione. La questione di fondo è che la salvezza, il cui significato è affidarsi al Signore e riconoscerlo in quanto bisognosi di aiuto, non è un presupposto legato alla appartenenza (il popolo d’Israele …), ad un diritto acquisito (abbiamo mangiato e bevuto …) e tanto meno ad una curiosità per capire come  comportarsi.

In verità il rischio è quello di trovare la porta chiusa. Gesù è duro in questo Evangelo perché non dà spazio ai privilegi. La fede, il riconoscere il Signore, non è fatto di riti, ma è la capacità di convertirsi all’amore verso il prossimo, nella concretezza della vita quotidiana. Entrano dalla porta stretta coloro che danno testimonianza di amare D-o nel prossimo.

Tutto questo si riassume nella frase conclusiva dell’Evangelo: “vi sono ultimi che saranno primi, e vi sono primi che saranno ultimi”.

È questa una provocazione che ci tocca da vicino anche noi, oggi, quando pensiamo di essere giusti credenti perché rispettiamo le norme e i precetti, perché rispettiamo i canoni dell’impegno ecclesiale, o ci sentiamo nel giusto in qualsiasi altro campo della vita sociale. Occorre sempre avere il coraggio del vivere da persone umili che sanno riconoscere la loro pochezza.

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