25/08/2020 – S. Giuseppe Calasanzio e S. Luigi

Luca 3, 15-18
In quel tempo. Poiché il popolo era in attesa e tutti, riguardo a Giovanni, si domandavano in cuor loro se non fosse lui il Cristo, Giovanni rispose a tutti dicendo: «Io vi battezzo con acqua; ma viene colui che è più forte di me, a cui non sono degno di slegare i lacci dei sandali. Egli vi battezzerà in Spirito Santo e fuoco. Tiene in mano la pala per pulire la sua aia e per raccogliere il frumento nel suo granaio; ma brucerà la paglia con un fuoco inestinguibile». Con molte altre esortazioni Giovanni evangelizzava il popolo.

 

Il Vangelo di oggi ci introduce all’intrigante figura di Giovanni Battista di cui a breve ricorderemo il martirio: Giovanni il precursore, che prepara la strada alla venuta di Gesù, senza ancora averlo visto di persona, semplicemente fidandosi della chiamata della sua esistenza.

Egli, fin da subito, riconosce di preparare soltanto la strada per colui che è più forte, a cui non è degno di sciogliere nemmeno i lacci dei sandali. Quale coerenza alla propria missione e quale trasparenza nei gesti e nel linguaggio di Giovanni!
Quante volte noi cristiani sappiamo essere fedeli alla missione che ci è stata affidata (essere sposo, genitore, figlio, coerente nel proprio lavoro …)? Quante volte portiamo davvero nelle pieghe del nostro vivere il messaggio di Cristo e quante, invece, il nostro annuncio è intessuto della fedeltà a noi stessi e al nostro modo di pensare?

Noi dovremmo “semplicemente” annunciare Cristo e la sua Buona Notizia, Cristo che ci ha battezzato e rinnovato nello Spirito (e che è pronto a farlo nuovamente tutte le volte che riceviamo i sacramenti), che ci dona costantemente la forza per essere uomini nuovi.

Noi dovremmo, però, anche confrontarci con quel Cristo che “tiene in mano la pala”, che è esigente, che desidera da noi un buon frutto. Il richiamo escatologico (presente già nell’immagine del battesimo in Spirito Santo e fuoco) ci sproni ad un impegno costante alla luce del nostro destino futuro, ma soprattutto anche alla luce della pienezza di vita che ciascuno di noi desidera.

Non esiste, infatti, vita piena, che non sia vita donata. (“Se il chicco di grano non muore, non porta frutto …”).

Preghiera:

Le tue mani, Signore, mi hanno plasmato;

dammi forza di intendere i tuoi precetti.
Anelo alla salvezza che viene da te
e medito la tua legge.

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