26/01/2017 – S.S. Timoteo e Tito vescovi

“In quel tempo, il Signore designò altri settantadue e li inviò a due a due davanti a sé in ogni città e luogo dove stava per recarsi. Diceva loro: «La messe è abbondante, ma sono pochi gli operai! Pregate dunque il signore della messe, perché mandi operai nella sua messe! Andate: ecco, vi mando come agnelli in mezzo a lupi; non portate borsa, né sacca, né sandali e non fermatevi a salutare nessuno lungo la strada.” (Luca 10,1-9).
L’Evangelo e la lettera di Paolo a Timoteo sono ampiamente dedicate a presentare a noi e alle comunità l’importanza che l’annuncio sia sostenuto dalla presenza di pastori e guide spirituali.
Luca ci ricorda che Gesù per esercitare la sua missione evangelizzatrice e per chiedere la conversione del cuore alle folle che lo seguivano, ad un certo punto, invia settantadue persone in ogni città ad annunciare l’Evangelo.
É interessante notare due aspetti di questo mandato ai settantadue: la preghiera affinché ci siano ‘operai’ capaci di annunciare la buona notizia; la necessità di essere preparati e formati ad affrontare qualsiasi avversità. Lo stile é quello di essere e vivere da annunciatori sobri.
L’Evangelo di oggi non é solo legato a coloro che sono chiamati ad essere guide e pastori. Ciascuno di noi é chiamato ad annunciare l’Evangelo perché la Parola é lo strumento semplice attraverso il quale il Signore, l’Altissimo, ha comunicato con noi.
É come dice Paolo anche perché l’annuncio richiede passione: ‘soffri con me per l’Evangelo’ (2ªTimoteo 1,1-8).

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