“Gli dissero allora: «Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di D-o?». Gesù rispose loro: «Questa è l’opera di D-o: che crediate in colui che egli ha mandato».” (Giovanni 6,22-29).
Dopo il miracolo dei pani, Gesù sembra scomparire. La gente si è fatta delle strane idee. Vogliono farlo re, un re politico che liberi Israele dall’oppressore. In verità la situazione è che la gente è senza speranza. La gente che segue Gesù è gente povera, emarginata, lasciata al proprio destino. Ai capi religiosi la presenza di Gesù genera scompiglio e dà fastidio.
Gesù scompare dalla gente. Si ritira in preghiera come fa sempre. La gente lo cerca e alla fine si dirige a Cafàrnao e lo trova. La gente chiede a Gesù: “Rabbì, quando sei venuto qua?”
C’è stupore che Gesù sia a Cafàrnao. C’è il desiderio di riascoltare la sua Parola. Ma Gesù fa presente le vere intenzioni della gente. Lo cercano perché hanno trovato chi li può sfamare concretamente.
E qui viene l’insegnamento di Gesù: bisogna cercare un cibo che non perisce che è per la vita eterna, cercare di riconoscere la presenza dell’Altissimo nella vita quotidiana.
Ma la gente incalza ancora Gesù. È gente umile che sa mettersi in discussione. Che cosa dobbiamo compiere per fare le opere di D-o? É una bella domanda questa!
Gesù risponde che bisogna credere nel Signore e in colui che ha mandato, cioè Egli stesso.
La fede dei cristiani non è una fede da intellettuali, non è una fede fatta di riti, non è fatta solo di regole. É una fede che è relazione con il Cristo, con quel Gesù che ha dato la vita per noi.