“Gesù parlò dicendo: «Guai a voi, scribi e farisei ipocriti, che assomigliate a sepolcri imbiancati: all’esterno appaiono belli, ma dentro sono pieni di ossa di morti e di ogni marciume. Così anche voi: all’esterno apparite giusti davanti alla gente, ma dentro siete pieni di ipocrisia e di iniquità.” (Matteo 23,27-32).
Il nostro comportamento sia santo, giusto e irreprensibile (1ª Tessalonicesi 2,9-13). Con queste parole dell’apostolo Paolo ci colleghiamo alla parte conclusiva dei sette “guai a voi … “ dell’Evangelo di Matteo.
C’è una ipocrisia che mette a nudo l’inconsistenza della fede: farsi belli fuori annunciando l’integrità morale (agli altri) ma poi vivere una vita che è di segno opposto. E un’altra ipocrisia é quella di fare la morale alla storia, adducendo di essere migliori di chi è venuto prima.
Gesù smaschera, ancora una volta, queste ipocrisie che sono segno di una vita iniqua, specie se poi questa ipocrisia viene scaricata per dovere di responsabilità verso la gente povera.
Capiamo che l’Evangelo che abbiamo meritato in questi giorni in modo intrigante ci invita a superare questi segni di caduta umana per assumere uno stile, un comportamento degno dell’Evangelo di D-o.