29/01/2018 – Lunedì della 4ª settimana dopo l’Epifania

“Ora una donna, che aveva perdite di sangue da dodici anni e aveva molto sofferto per opera di molti medici, spendendo tutti i suoi averi senza alcun vantaggio, anzi piuttosto peggiorando, udito parlare di Gesù, venne tra la folla e da dietro toccò il suo mantello. Diceva infatti: «Se riuscirò anche solo a toccare le sue vesti, sarò salvata». E subito le si fermò il flusso di sangue e sentì nel suo corpo che era guarita dal male. E subito Gesù, essendosi reso conto della forza che era uscita da lui, si voltò alla folla dicendo: «Chi ha toccato le mie vesti?». I suoi discepoli gli dissero: «Tu vedi la folla che si stringe intorno a te e dici: “Chi mi ha toccato?”». Egli guardava attorno, per vedere colei che aveva fatto questo. E la donna, impaurita e
tremante, sapendo ciò che le era accaduto, venne, gli si gettò davanti e gli disse tutta la verità. Ed egli le
disse: «Figlia, la tua fede ti ha salvata. Va’ in pace e sii guarita dal tuo male».(Marco 5, 24b-34)

Gesù è venuto non per i sani, ma per i malati e la prima cosa è riconoscere che tutti abbiamo bisogno di aiuto, tutti siamo un po’ incompiuti in qualche aspetto della vita interiore, anche noi abbiamo segreti e vergogne che teniamo fuori dalla portata di sguardi altrui. Questa è la storia di una guarigione profonda di una donna , colei che rappresenta la vita, la maternità ed è proprio qui che è colpita.
Ha una femminilità sanguinante (quante gente oggi combatte una battaglia per un rapporto sereno con la sua femminilità e/o mascolinità, quante situazioni di paure, traumi, tristezze, ingiustizie attanagliano l’anima!) e Gesù la costringe a verbalizzare la sua storia ; lei non lo fa volentieri, anche se poi scoprirà che sarà stato un bene l’averlo fatto.
Così come il flusso di sangue è il sintomo di un male, così è necessario distinguere le nostre ferite, le nostre povertà, le nostre storture, esiti di un male più profondo che ha sempre radici in una menzogna. Da una menzogna infatti è partita l’origine del male originario (Genesi 3) che in sostanza è stato la mancanza di fiducia in Dio che ha prodotto l’allontanamento dell’uomo e della donna dall’Eden.
Dobbiamo quindi scoprire , nella nostra vita, qual è la menzogna che è l’origine dei nostri atteggiamenti sbagliati che ci portano a cercare soluzioni (i molti medici che l’avevano fatta soffrire..) lontane dalle indicazioni della Parola di Dio, che non risolvono niente ma ci rendono ancora più tristi e vulnerabili.
C’è il desiderio di un incontro con Gesù che ha portato questa donna ad aver fede e soprattutto ad avere un
dialogo intimo e liberante con Lui che la chiama “Figlia”, come ricreandola a nuova vita.
Non basta la guarigione fisica, occorre essere salvati!

Rimanere, dimorare nel suo Amore attraverso una vita di relazione intima e affettuosa con Lui che possiamo toccare attraverso i Sacramenti, la carità fraterna e la vita nella Chiesa, ci fa vivere autenticamente nella sua Grazia, nella pace e nella gioia dello Spirito.

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