29/01/2019 – Martedì della 3ª Settimana dopo l’Epifania

Marco 4, 26-34

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva: «Così è il regno di Dio: come un uomo che getta il seme sul terreno; dorma o vegli, di notte o di giorno, il seme germoglia e cresce. Come, egli stesso non lo sa. Il terreno produce spontaneamente prima lo stelo, poi la spiga, poi il chicco pieno nella spiga; e quando il frutto è maturo, subito egli manda la falce, perché è arrivata la mietitura». Diceva: «A che cosa possiamo paragonare il regno di Dio o con quale parabola possiamo descriverlo? È come un granello di senape che, quando viene seminato sul terreno, è il più piccolo di tutti i semi che sono sul terreno; ma, quando viene seminato, cresce e diventa più grande di tutte le piante dell’orto e fa rami così grandi che gli uccelli del cielo possono fare il nido alla sua
ombra». Con molte parabole dello stesso genere annunciava loro la Parola, come potevano intendere.
Senza parabole non parlava loro ma, in privato, ai suoi discepoli spiegava ogni cosa.

Le parole di oggi ci descrivono il regno di Dio. Ciò che le accomuna è la pazienza e la fiducia. Che grande consolazione ci regala oggi.
Due sono le azioni del contadino: la semina e la mietitura. Anche noi abbiamo il seme tra le mani da affidare alla terra.
La crescita non dipende dalla nostra volontà, dal nostro zelo o dalla nostra pigrizia, produrrà il seme al tempo opportuno. Dio guarda con cura a quel seme che siamo noi, il suo regno cresce in maniera piccola, occorre solo pazientare.

Il regno di Dio è simile ad un granello di senape: è piccolo, molto piccolo, ma cresce fino a diventare un grande albero e fare ombra.
Se impariamo a leggere ogni giorno la sua Parola , il seme della sua Parola prenderà spazio in noi senza accorgerci: impareremo a diventare Ombra per altri, luogo di ristoro dalla fatica.

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