“In quel tempo, mentre erano in cammino, Gesù entrò in un villaggio e una donna, di nome Marta, lo ospitò. “ (Luca 10,38-42).
L’Evangelo di oggi è dedicato a raccontarci la storia di due sorelle: Marta e Maria.
Nel giorno in cui la chiesa fa memoria di santa Marta, concentriamo la nostra attenzione, non sull’intero passo evangelico ma su un semplice aspetto: l’ospitalità di Marta.
Con ogni probabilità Gesù ha la necessità di rifocillarsi dopo il cammino. Nel villaggio di Betania viene accolto da Marta. Marta è la donna dell’ospitalità e del servizio. Sono due dimensioni fondamentali nella vita comunitaria e importanti per dare senso al nostro cammino di fede di credenti.
Ma l’ospitalità significa anche fare spazio, dare spazio. É un dono genuino l’ospitalità perché apre le porte all’accoglienza dell’altro nella nostra vita. Noi non possiamo capire l’amore nelle sue varie dimensioni se non attraverso l’essere ospiti.
L’ospitalità di Marta è la precondizione per dare senso all’amore oblativo, al bene e in fondo alla vita.
Possiamo allora meditare la prima lettera di san Giovanni apostolo (1 Gv 4,7-16) con gli occhi dell’ospitalità. Potremo capire di più il senso di amare, di rimanere nel Signore, di amare la vita.