“In quel tempo, Erode aveva mandato ad arrestare Giovanni e lo aveva messo in prigione a causa di Erodìade, moglie di suo fratello Filippo, perché l’aveva sposata. Giovanni infatti diceva a Erode: «Non ti è lecito tenere con te la moglie di tuo fratello».” (Marco 6,17-29).
La storia di Giovanni Battista ha un epilogo traumatico. Il suo martiro non é solo riprovevole perché assolutamente ingiusto ma perché é frutto di uno sprezzante sotterfugio.
L’odio e la vendetta serpeggiano e sono il male, non solo al tempo di Giovanni Battista, l’ultimo profeta d’Israele, ma in tutti i tempi.
Ma il Martirio di Giovanni Battista è un preludio. Gesù, considerato Rabbi di Galilea, avrà la stessa ingiusta sorte di Giovanni Battista. Questo è il cammino che il Figlio di D-o ha vissuto sino in fondo per la salvezza fatta di amore e di misericordia, di umiltà e di pace.
Tuttavia questa storia di Giovanni Battista scuote i nostri pensieri. Quante volte il “non ti è lecito” percuote le nostre coscienze? Quante volte dalle danze scaturiscono le più inutile e vergognose povertà degli animi umani?
Il “non ti è lecito” di Giovanni Battista corrisponde al “guai a voi” che Gesù ha pronunciato rivolto a coloro che hanno sfruttato la loro posizione nella comunità religiosa per porre pesanti fardelli sulla testa della povera gente.
Oggi più che mai dobbiamo crescere tutti in umiltà, vivere la vita con attenzione all’altro anche quando questo ci è molesto o nemico, favorendo moderazione nel linguaggio, facendo desistere la rivendicazione e la costruzione del nemico nel nostro vivere quotidiano.
Il martirio di Giovanni Battista ci aiuti a non nasconderci ma ad essere persone miti e a servizio della pace.