29/07/2017 – Santa Marta di Betania

“Allora si fece avanti e disse: «Signore, non t’importa nulla che mia sorella mi abbia lasciata sola a servire? Dille dunque che mi aiuti». Ma il Signore le rispose: «Marta, Marta, tu ti affanni e ti agiti per molte cose, ma di una cosa sola c’è bisogno. Maria ha scelto la parte migliore, che non le sarà tolta».” (Luca 10,38-42).
L’Evangelo che meditiamo nel giorno in cui la Chiesa ricorda Marta, sorella di Maria e di Lazzaro, abbiamo l’occasione di riflettere sulla fede di questa donna, dedita a servire.
Spesso ricordiamo questa figura femminile tutta presa dal fare, mettendola impropriamente in competizione con la sorella Maria, quest’ultima in contemplazione delle parole di Gesù.
In verità Marta è una delle figure più importanti di testimoni della fede in Gesù, che viene riconosciuto come il Figlio di D-o. È l’Evangelo di Giovanni che ce lo ricorda (19,11-27).
Marta è molto presa nel servire Gesù. E non fa questo solo per il gusto del fare. Il servizio che offre è per l’accoglienza. Gesù non rimprovera Marta. Anzi il fatto che la chiami per nome due volte, “Marta, Marta”, ci fa capire che siamo di fronte ad una vera e propria chiamata alla fede. Tra l’altro solo in altri quattro casi in tutta la Bibbia il doppio nome viene citato: Abramo, Giacobbe, Mosè e Samuele. Nomi dei Padri e di due grandi Profeti d’Israele.
Gesù dice a Marta una semplice cosa. C’è un oltre nella fede. C’è un cammino che deve farci intravvedere una continua ricerca, feconda è necessaria, per riconoscere la presenza di D-o nella nostra storia.
La testimonianza di Marta avviene proprio nel riconoscere Gesù, il Maestro, quando Marta comprende che egli è la resurrezione e la vita.
Ecco quello che riguarda anche noi. Possiamo essere presi dal servizio accogliente, ma nel servizio dobbiamo riconoscere che D-o è colui che ci trasforma nella profondità del nostro cuore e della nostra vita. Apriamoci dunque a questa scoperta!

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