29/09/2017 – S.S. Arcangeli Michele, Gabriele e Raffaele

“Gli replicò Natanaèle: «Rabbì, tu sei il Figlio di D-o, tu sei il re d’Israele!». Gli rispose Gesù: «Perché ti ho detto che ti avevo visto sotto l’albero di fichi, tu credi? Vedrai cose più grandi di queste!». Poi gli disse: «In verità, in verità io vi dico: vedrete il cielo aperto e gli angeli di D-o salire e scendere sopra il Figlio dell’uomo».” (Giovanni 1,47-51).
Il dialogo tra Gesù e Natanaele, Bartolomeo, fedele ebreo senza falsità, é incentrato sul verbo conoscere: “come mi conosci?”, Io ti riconosco Figlio di D-o.
É una istantanea che genera stupore. Gesù riconosce in Natanaele la capacità di dedicare tempo al silenzio della parola umana affinché riecheggi la Parola divina, sotto l’albero di fichi. Natanaele riconosce la presenza di Gesù, il Messia.
Gesù però non si limita ad accogliere le parole di Natanaele come semplice verità umana. Anzi traduce il momento di conoscenza del discepolo nella preghiera come il pregustare la visione del cielo aperto alla presenza concreta di D-o, di cui gli arcangeli sono oggi i testimoni.
É una visione poetica dell’Evangelo di Giovanni che anticipa i segni del dopo resurrezione. Noi oggi possiamo contemplare la presenza degli angeli nel nostro quotidiano, invocandola come facevamo da bambini la sera prima di addormentarci.
Gli angeli sono l’anticipazione di un oltre che già ci appartiene.

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