Luca 9,7-11
In quel tempo. Il tetrarca Erode sentì parlare di tutti questi avvenimenti e non sapeva che cosa pensare, perché alcuni dicevano: «Giovanni è risorto dai morti», altri: «È apparso Elia», e altri ancora: «È risorto uno degli antichi profeti». Ma Erode diceva: «Giovanni, l’ho fatto decapitare io; chi è dunque costui, del quale sento dire queste cose?». E cercava di vederlo. Al loro ritorno, gli apostoli raccontarono a Gesù tutto quello che avevano fatto. Allora li prese con sé e si ritirò in disparte, verso una città chiamata Betsàida. Ma le folle vennero a saperlo e lo seguirono. Egli le accolse e prese a parlare loro del regno di Dio e a guarire quanti avevano bisogno di cure.
In questo breve brano troviamo molti dei personaggi centrali del Vangelo: Erode, Giovanni, i discepoli, la folla, Gesù ovviamente.
Credo che Erode possa rappresentare tutti coloro i quali sono infastiditi e colpiti in qualche modo dalla presenza e dall’annuncio del vangelo, perché se avesse dato ascolto davvero a Giovanni avrebbe dovuto cambiare vita, perdendoci qualcosa dal suo punto di vista! Sembra l’atteggiamento di chi mette a tacere la propria coscienza.
Giovanni, il precursore appunto, il cui martirio è stato ricordato ieri e qui nelle parole di Erode: ultimo e grande profeta, che per amore dell’annuncio della novità evangelica non si è tirato indietro di fronte alla prova e ci ha rimesso la vita, guadagnandola per sempre!
I discepoli, scelti da Gesù e portati in disparte perché potessero stare con Lui e imparare (discepolo è sinonimo di discente, colui che impara, appunto), prima di diventare apostoli a tutti gli effetti, cioè inviati ad annunciare.
La folla, cioè la maggioranza della gente, che segue Gesù per opportunismo, per curiosità, per cercare la soluzione ai propri problemi, per ascoltare…
Al centro, però, resta la grande domanda su chi sia Gesù (Lc 9,9); persino Erode se la pone, perché è abbastanza intelligente da capire che c’è qualcosa di nuovo in Lui, di sconvolgente, inaspettato. Già ai tempi di Isaia scopriamo che c’è stato l’annuncio di “nuovi cieli e nuova terra”, una “Gerusalemme di gioia” (Is 65,17.18) .
Gesù, pronto a dare attenzione a tutti, discepoli, folla, malati bisognosi; istruisce ed agisce!
Noi con chi ci identifichiamo oggi?
Come risponderemmo alla domanda che si pone Erode? O meglio, ce la facciamo questa domanda? Siamo in grado di intuire la Novità portata da Gesù?
“Comportatevi come figli della LUCE” (Efesini 5,6): l’invito di oggi penso sia una decisione da prendere, se schierarsi e restare fino in fondo in compagnia di Gesù, anche nella difficoltà e nella dura prova, scegliendo “bontà, giustizia, verità” (Ef 5,10) come ha fatto Giovanni oppure se raggirare gli ostacoli e scegliere le tenebre e abbandonarLo, come Erode.
io VORREI scegliere la LUCE !
Signore, rendici testimoni veri e coraggiosi come il Precursore e discepoli desiderosi di ascoltarTi e stare un po’ con Te, anche ora che riprende la nostra ferialità e la nostra vita, quotidianamente faticosa e bella!