“Ma uno di loro, Caifa, che era sommo sacerdote quell’anno, disse loro: «Voi non capite nulla! Non vi rendete conto che è conveniente per voi che un solo uomo muoia per il popolo, e non vada in rovina la nazione intera!»” (Giovanni 11,45-56).
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Ci sono due linee prospettive di lettura nel racconto di Giovanni. La prima riguarda il pragmatismo profetico di Caifa. La secondo riguarda l’allontanamento di Gesù ad Efraim, il suo esodo.
Caifa non ha mezzi termini: Gesù deve morire per riunificare i dispersi d’Israele. É un ragionamento, quello di Caifa, che riguarda una vera e propria scelta politica che non ha niente a che fare con un minimo di riflessione spirituale ed umana. Bisogna salvare la comunità!
La seconda linea riguarda l’allontanamento di Gesù ad Efraim. É spontaneamente costretto all’esilio vicino al deserto! É una sorta di esodo dalle attività e dall’insegnamento a Gerusalemme.
Queste due situazioni ci offrono l’occasione per introdurci già nel cammino della Settimana Santa.
Siamo chiamati a distaccarci dal pragmatismo della vita quotidiana, del bastare a noi stessi, per ricomprendere il valore della presenza del Signore e il dono della vita per la nostra salvezza.
Inoltre dobbiamo ricomprendere il senso dell’esodo dalle nostre certezze, dobbiamo lasciare i nostri successi per ritrovare il valore dell’essenziale.
Immagine: il deserto di Giuda