02/05/2023 – S. Atanasio

6, 60-69

In quel tempo. Molti dei discepoli del Signore Gesù, dopo aver ascoltato, dissero: «Questa parola è dura! Chi può ascoltarla?».

 

 

Gesù, sapendo dentro di sé che i suoi discepoli mormoravano riguardo a questo, disse loro: «Questo vi scandalizza? E se vedeste il Figlio dell’uomo salire là dov’era prima? È lo Spirito che dà la vita, la carne non giova a nulla; le parole che io vi ho detto sono spirito e sono vita. Ma tra voi vi sono alcuni che non credono».

 

 

Gesù infatti sapeva fin da principio chi erano quelli che non credevano e chi era colui che lo avrebbe tradito. E diceva: «Per questo vi ho detto che nessuno può venire a me, se non gli è concesso dal Padre».

 

 

Da quel momento molti dei suoi discepoli tornarono indietro e non andavano più con lui.

 

Disse allora Gesù ai Dodici: «Volete andarvene anche voi?».

 

Gli rispose Simon Pietro: «Signore, da chi andremo? Tu hai parole di vita eterna e noi abbiamo creduto e conosciuto che tu sei il Santo di Dio».

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Stare con Gesù o non stare? Qual è la differenza?
Questo brano di vangelo ci vuole far interrogare sulla nostra fede, sul nostro essere cristiani.
Cosa ci tiene legati a Dio? Forse parole di vita?
Cosa allontana da Dio? Forse parole dure?

La comunità cristiana di oggi è sicuramente meno praticante di qualche decennio fa, sembra che tanti abbiano abbandonato… perché?
Le risposte penso possano essere infinite, ma credo che sotto ci sia un sentire comune.
“Lascio perché non mi sento libero… lascio perché le cose non vanno come dico io…. lascio perché non vengo ascoltato”: tanti motivi che mettono al centro la persona e non Dio.
Tutto ruota intorno a noi!

Ma queste scelte che facciamo in nome della nostra libertà, quanto ci lasciano sereni e felici?
Ci sentiamo realizzati?
Forse si, ma credo proprio per un tempo breve, c’é sempre qualcosa in più da rincorrere e che fa stare con il desiderio di felicità sempre in sospeso, con un senso di incompiutezza
perenne.
E se siamo abbastanza forti riusciamo a barcamenarci, se non lo siamo rischiamo di non riuscire a dare un senso a questa vita, a questo mondo, perché non abbiamo nulla a cui
fare riferimento, solo il nostro io.

Stare con Gesù o non stare?
Cosa cambia? Cambia che chi sta con Gesù affronta le cose della vita (che accadono esattamente come a chi sceglie di non stare) con una marcia diversa. Chi sa di essere Amato, a sua volta ama, chi si rende conto che Qualcuno ha dato la vita per primo e con tanta sofferenza, affronta le fatiche con uno spirito diverso, chi capisce che le indicazioni che ci vengono date non sono per incatenarci ma per renderci più belli e andare nel mondo, cerca di capire quale sia la propria strada per la felicità, chi vede che donando si riceve spende il suo tempo per gli altri, chi vede un cristiano che nella sua fatica quotidiana gioisce non può che meravigliarsi e cercare di capirne il segreto.

Io scelgo di stare con Gesù, con tutte le fatiche che questo comporta perché mi fa andare oltre me stessa, perché ho provato chiaramente la sensazione di quando fai la cosa giusta
e che ti lascia serena anche se è stato difficile; scelgo di stare con Gesù nonostante i miei limiti e perchè è grazie a Lui che posso lavorarci per superarli; scelgo di stare con Gesù perché ho avuto la fortuna di nascere e crescere qui dove vivo e dove respiro tanta fede, come Pietro, umilmente, posso dire di aver creduto e poi conosciuto e ancora voglio
conoscere che Gesù è il Santo di Dio.
Per me la differenza c’è.

Per te?

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