03/11/2022 – S. Martino di Porres

Giovanni 8, 28-30
 
In quel tempo. Il Signore Gesù disse: «Quando avrete innalzato il Figlio dell’uomo, allora conoscerete che Io Sono e che non faccio nulla da me stesso, ma parlo come il Padre mi ha insegnato.
Colui che mi ha mandato è con me: non mi ha lasciato solo, perché faccio sempre le cose che gli sono gradite». A queste sue parole, molti credettero in lui.
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Dove conosciamo il Dio liberatore? Lo conosciamo dal Figlio dell’Uomo innalzato, ovvero la croce. 
 
La croce ci fa conoscere che Gesù è Dio e ci fa conoscere chi è Dio.
La croce ha il potere di demonizzare tutte le nostre immagini di Dio. 
 
*Noi immaginiamo sempre un Dio padrone* che tiene schiavi gli altri, un Dio esigente che vuole il sacrificio dell’uomo, non un Dio che si sacrifica, non un Dio che serve.  Noi immaginiamo sempre un Dio che vuole la vita, *non un Dio che dà la vita.* Non un Dio che piuttosto che giudicare, si fa giustiziare. 
Non un Dio che non condanna, ma un Dio che sembra debole e stolto.
 
*La croce è stoltezza e debolezza per noi,* per Dio è sapienza e potenza che salva il mondo.
E la croce ci fa conoscere chi è Dio. Un Dio che ama, che perdona, che mette al centro l’uomo, che non giudica, non condanna.
 
Un Dio di misericordia. Lì , *sulla croce conosciamo Dio.*
 
preghiera
Gli idoli delle genti sono argento e oro,
opera delle mani dell’uomo.
Hanno bocca e non parlano,
hanno occhi e non vedono,
 
hanno orecchi e non odono,
hanno narici e non odorano.
Hanno mani e non palpano,
hanno piedi e non camminano;
dalla gola non emettono suoni.
 
Sia come loro chi li fabbrica
e chiunque in essi confida.
Israele confida nel Signore:
egli è loro aiuto e loro scudo.
 
Confida nel Signore la casa di Aronne:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Confida nel Signore, chiunque lo teme:
egli è loro aiuto e loro scudo.
Dal Salmo 115
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