03/03/2020 – Martedì, 1ª di Quaresima

Matteo 5,13-16

In quel tempo. Il Signore Gesù diceva ai suoi discepoli: «Voi siete il sale della terra; ma se il sale perde il sapore, con che cosa lo si renderà salato? A null’altro serve che ad essere gettato via e calpestato dalla gente. Voi siete la luce del mondo; non può restare nascosta una città che sta sopra un monte, né si accende una lampada per metterla sotto il moggio, ma sul candelabro, e così fa luce a tutti quelli che sono nella casa. Così risplenda la vostra luce davanti agli uomini, perché vedano le vostre opere buone e rendano gloria al Padre vostro che è nei cieli».

 

Il vangelo ci parla di essere luce e sale sulla terra, per illuminare e dare sapore. Ciascuno di noi è chiamato a essere luce e sale per l’altro, cioè illuminare e rendere saporita la vita dell’altro, di chi ci sta attorno. Perché essere luce? Per rendere luminosa la vita dell’altro.
Per essere guida dell’altro, proprio come il Signore lo è per ciascuno di noi.

Dobbiamo imparare da lui a essere luce, che illumina, che scalda, che ama. Prendete sempre Lui come modello d’amore.

Perché essere sale? Sappiamo bene, che se non mettiamo il sale nell’impasto il pane rimane insipido, però se ne mettiamo troppo è immangiabile.
Dobbiamo imparare a essere sapore per gli altri nella quantità giusta. Né troppo scarsi, né troppo abbondanti.

Non lasciamo allora che la vita di chi ci sta attorno sia insapore, quindi interessiamoci, chiediamo, non andiamo dritto per la nostra strada. d’altro canto, non esageriamo a essere invadenti, togliendo il respiro all’altro e agli altri. Una quantità giusta. Impariamo ad essere presenti, ma discreti, proprio come il Signore per la nostra vita, che è presente, ma non ci impone nulla.

salmo 118 (119), 1-8

Beato chi è integro nella sua via
e cammina nella legge del Signore.
Beato chi custodisce i suoi insegnamenti
e lo cerca con tutto il cuore. 
Non commette certo ingiustizie
e cammina nelle sue vie.
Tu hai promulgato i tuoi precetti
perché siano osservati interamente.
Siano stabili le mie vie
nel custodire i tuoi decreti.
Non dovrò allora vergognarmi,
se avrò considerato tutti i tuoi comandi. 
Ti loderò con cuore sincero,
quando avrò appreso i tuoi giusti giudizi.
Voglio osservare i tuoi decreti:
non abbandonarmi mai.

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